
21 dicembre 2010
19 dicembre 2010
Pensieri, riflessioni e.. conclusioni

- L’inferno vissuto da un gruppo di Veneti della “Little Italy” Australiana e la loro drammatica fine.
- L’inizio del made in Italy.
- Quelle valigie di cartone dall’acuto odore, avvolte con lo spago.
- La piccola valigia di cartone dai profumi paradisiaci, ma portatrice di morte.
- Il sofferto destino dello stagionale.
- L’esperienza lavorativa di un 18enne trevisano appena diplomato che sapendo abbastanza il fatto suo si è trovato a fronteggiare la vistosa gelosia/concorrenza di due super tecnici, uno Austriaco e l’altro Tedesco. Ambientata in una grande fabbrica di Zurigo, agli inizi degli anni sessanta.
- La guerra segreta dei prezzi fra i “concrete contrattors ” paesani a Sydney.
- Dalla lettera bimensile, ai messaggini SMS.

Anche se nel Trevigiano già ne esistevano diversi, l’idea di onorare l’emigrazione di tutti i Gaiarinesi tramite la realizzazione di un monumento, è stata veramente gradita (e qui va dato atto e ringraziato il Presidente anche per la volontà avuta di, come si dice, “smuovere le acque”).
Indiscutibilmente importante è stata la volontà politica. Niente non si realizza, o meglio ancora; niente si muova se.…la politica non voglia!
Ma determinanti sono stati i mezzi necessari donati perché il tutto si concretizzasse.
È per questo che ora vorrei rivolgermi a Voi cari Sponsor (e qui viene la parte difficile) volendo esprimere il mio giudizio a riguardo. A priori però vorrei ribadire che assolutamente non è mia intenzione o volontà infastidire alcuno! Se nel procedere, questo mio scritto venisse interpretato negativamente, anticipatamente e sinceramente chiedo scusa!
Il vortice forsennato che é questa nostra società dei consumi è composto da diversi elementi. Uno molto importante è la Pubblicità (qualche volta necessaria, ma per il resto solo portatrice di insofferenza e instabilità); a sua volta, essa perché abbia effetto deve essere costantemente stimolata da una comunicazione basata sull’attrazione dell’oggetto: suoni rombanti, visioni effimere, effetti speciali, apparire. Recenti tendenze invogliano pure la volgarità, il denigrare, l’opportunismo, il cinismo , l’indifferenza, l’arroganza, ecc..
La sponsorizzazione finanzia o “può essere” tutto questo.
Per fortuna resiste molto bene un secondo elemento che aiuta a stabilizzare a equilibrare tutto ciò, e che con esso parallelamente si muove. Ha diverse sfaccettature, fra le quali (e per rimanere in tema): la sensibilità, la generosità, l’altruismo, l’aiuto, la collaborazione, il sostegno, l’etica nel riconoscere certi valori, la discrezione. La maggioranza della comunità auspicherebbe che coloro i quali, con le loro donazioni, hanno potuto accendere la fiamma della luce, siano parte del secondo elemento.
Voi non più sponsor ma Donatori: avete acceso la fiamma della luce!

Se ciò si avverasse, sarebbe pronto a partire il primo esempio di metamorfosi mai riscontrata prima a livello mondiale: dove il freddo marmo si trasformerebbe da “piedistallo statico” in una viva piattaforma di conoscenza storica, di scambio e di confronto personale.
Mi spiego: con competenza municipale si dovrebbe estendere a tutti i nuclei famigliari del Comune (perché tutte le famiglie hanno avuto a che fare con l’emigrazione), una campagna di informazione e di sensibilità, per:
- Una raccolta di dati riguardanti coloro che hanno emigrato.
( ipotesi partendo dagli ultimi cento anni, raccogliere i Loro nomi, l’esito della loro iniziativa e del loro lavoro, discendenze varie, se e quando sono rientrati, ecc..) - Una raccolta di offerte.
- Queste offerte servirebbero per finanziare un lavoro (affidato magari a studenti in statistica, interessati della materia o da esperti del ramo) per il riordino delle informazioni, il completamento, la catalogazione, e infine la creazione di un “sito” o un “blog” realizzando un “cd”, a disposizione di tutti su richiesta.
- Sempre con discrezione dei responsabili, modificare l’attuale dicitura-ricordo del monumento pressapoco in:
L’Associazione Trevisani Nel Mondo Sezione di Gaiarine ringrazia per la Collaborazione: La Provincia di Treviso, il Comune e la popolazione di Gaiarine, i grandi Donatori.
Fiducioso in una Vostra eventuale positiva collaborazione, sentitamente ringrazio e buon lavoro a tutti.
alla fine verranno sepolti in luoghi mai stati veramente “Loro”.
Saranno Terre anche ospitali, o Terre dei loro figli;
ma per loro rimarranno sempre “Terre Straniere”.
12 dicembre 2010
Domenica 2: Un altro indimenticabile capitolo dell’emigrazione anche locale è quella verso il Belgio.

“Fateli andare a far carbone all’estero”.(Fanfani 1946)
Il governo De Gasperi (sempre nel ‘46) sottoscrive una convenzione con quello Belga per spedire lassù 50.000 italiani senza lavoro, per lavorare specialmente nelle miniere.
Purtroppo queste erano le necessità di un’Europa uscita distrutta anche dal II° conflitto mondiale: chi (purtroppo) aveva braccia ma non lavoro, e chi aveva la materia prima come energia a buon prezzo, necessaria per far partire l’industria, appunto il carbone, ma non braccia!
Ma che rovescio della medaglia: dal 1946 al 1956 i lavoratori,


L'emigrazione era una componente strutturale dell'economia italiana e in quanto tale doveva continuare ed essere incoraggiata. Il che non significava, pur dopo la catastrofe di Marcinelle, che fu meglio assistita, che i contratti bilaterali furono effettivamente rispettati, che i sindacati dei paesi d'immigrazione seppero elevarsi al di sopra della difesa degli interessi ristretti della classe operaia dei paesi indigeni. Pasquino CRUPI - La tonnellata umana, l'emigrazione calabrese 1870-1980 - Nuove Edizioni Barbaro, Bologna 1994
Ma chi ha lavorato in galleria e specialmente con il carbone le

Anche dai nostri paesi molti sono partiti per il Belgio e francamente per il momento non sono al corrente se qualcuno si trovava a Marcinelle (ma se tutto va come spero, e si avvia il dialogo, in futuro lo sapremo), ma sappiamo che diversi hanno lavorato in galleria, perché conosciamo concittadini che sono ritornati con la silicosi.
Anche per questo meritano più rispetto.
08 dicembre 2010
Omaggio a John Lennon, nel trentesimo della scomparsa

Direttore di Azione nonviolenta
La storia non si fa con i se. Lo sanno tutti. Ma io oggi un se ce lo voglio mettere.
Cosa sarebbe accaduto se quella maledetta sera davanti al Dakota Building l'assassino non avesse sparato i suoi cinque colpi mortali.
Se l'eroe di Piazza Tien An Men avesse avuto una canzone dedicata, se il muro di Berlino fosse stato abbattuto con un concerto, se le bare dei soldati americani di ritorno dall'Afghanistan fossero accolte da una nuova colonna sonora. Possiamo anche immaginare un evento straordinario con in Fab4 riuniti per la causa tibetana, o una performance artistica a Bagdad.
Forse oggi la pace avrebbe una possibilità in più se lo spirito di Nutopia non fosse stato soffocato.
John Lennon do

La CIA inizia a raccogliere un dossier su Lennon, per raccogliere le prove e documentare un presunto antiamericanismo dell'ex beatle. Lennon fa dichiarazioni contro la guerra del Viet Nam, contro l'industria bellica, le spese militari, la politica imperialista, partecipa attivamente al movimento per la pace, anche con sostanziosi finanziamenti. Compone Power to the people che
diventa patrimonio del movimento. Per fare gli auguri di Natale fa riempire le città americane e le principali capitali del mondo con giganteschi manifesti con la scritta “War is over” (“la guerra è finita - se tu lo vuoi”, firmati “con amore, John e Yoko, da NY”).

A tutti i capi di Stato invia una ghianda, dicendo loro di sotterrarla e guardare la crescita della quercia, così l'idea della pace gli sarebbe entrata in testa e non avrebbero avuto il tempo per dichiarare una guerra. Insieme a Yoko compra intere pagine dei giornali americani per pubblicare i loro pensieri pacifisti.
Quando le autorità gli negano il visto per il permesso di soggiorno, fra Mister Lennon e il governo USA, inizia una lunga battaglia legale. Nixon stesso dà l'ordine di allontanarlo: è un "indesiderato". Durante la campagna elettorale, in ogni angolo d’America dove c’è un'iniziativa
elettorale con Nixon, lì John organizza un concerto rock di protesta contro la guerra che attira migliaia di giovani invitati a disertare la manifestazione del partito repubblicano.
Lennon è l’unico baronetto del regno britannico a restituire il titolo alla Regina per protestare contro il coinvolgimento dell'Inghilterra nel commercio mondiale delle armi. Il viaggio di nozze con Yoko diventa un'occasione per promuovere la pace nel mondo, inventando il “bed in”: una settimana in un letto d'albergo, la numero 702 dell'Hilton di Amsterdam, lui e Yoko, a rilasciare interviste a giornali di tutto il mondo sul tema della pace e contro le guerre. L'evento ha successo, e viene ripetuto nella suite 1742 del Fairmont Queen Elizabeth Hotel di Montréal, dove viene composta la canzone Give Peace a Chance.
Un giorno John Lennon convoca una conferenza stampa e si dichiara ufficialmente ambasciatore di Nutopia, un “paese concettuale” senza confini, senza passaporti, senza religioni. La bandiera di Nutopia è un fazzoletto bianco, e l'inno internazionale è inciso nell'album Mind Games: una traccia muta con 5 secondi di silenzio. John prende molto sul serio l'impegno per Nutopia. Per diventare cittadini di Nutopia bisogna aderire alla sua Costituzione, che è il testo della canzone Imagine

Tutti i cittadini di Nutopia sono suoi ambasciatori nel mondo.
L'ambasciata di Nutopia è al numero 1 di White Street a New York, e John chiede all'Assemblea generale delle Nazioni Unite di riconoscere il paese di Nutopia. C'è anche la data di fondazione per Nutopia, il primo aprile del 1973.
È morto l’ 8 dicembre di trent'anni fa, ammazzato con cinque colpi di pistola. Un fan squilibrato, si è detto. L’inchiesta venne chiusa troppo in fretta, ma molti di noi pensano che dietro all'assassinio ci sia stato un complotto dei servizi segreti per eliminare un leader troppo
scomodo. Al suo funerale c'era una folla incontenibile, avvolta nella sensazione che il sogno era davvero finito. Lo sparo di un “folle” e un funerale imponente: proprio com’era accaduto per il mahatma Gandhi e per Martin Luther King.
Lennon è stato un buon amico della nonviolenza: “Per me vale ancora quello che ho scritto in Revolution, quelle parole esprimono bene ciò che provo tutt’ora nei confronti della politica. Non contate su di me se di mezzo c’è la violenza. Non aspettatevi che salga sulle barricate se
non con un fiore. Se vuoi la pace non la otterrai mai con la violenza. L’unico sistema per assicurare una pace durevole è cambiare la nostra mentalità: non c’è altro metodo. I fini non giustificano i mezzi. La gente ha già il potere; tutto quello che noi dobbiamo fare è prenderne
coscienza. Alla fine accadrà, deve accadere. Potrebbe essere adesso o fra cento anni, ma accadrà”.
Quello che resta oggi è soprattutto nella sua immagine, nel suo volto con lo sguardo ironico e malinconico, dal quale scaturiscono musica, parole ed energia dispensate a tante generazioni.
05 dicembre 2010
Domenica 1: Il tormentato orgoglio dell’emigrante che scrive a casa: “Qui va tutto bene”

In coscienza eravamo preparati al “sacrificio della lontananza” perché questo era l’amaro dovere che il destino ci serbava ai quei tempi. Dunque ogni famiglia aveva uno o più membri dedicato a questa nobile causa, pertanto sotto certi aspetti “a partire” appariva normale.
Ora pensiamo a questa gente che, essendo lontana da casa, vuole e qualche volta “deve dar notizie” ai propri famigliari di come “vanno le cose”.
Abbiamo evidenziato dei casi in cui molti di noi hanno battagliato con un

Per “riuscirci” prima o poi ci si deve arrangiare: ma come si fa? Si spera che con il tempo tutto si risolva.
Prima viene l’handicap della lingua da superare, la maledetta lingua che non ti dà tregua, non la parli e non la capisci. All’inizio quando tutto è un “buco nero”, tu non parli e i tuoi interlocutori capiscono che se anche ti bestemmiassero addosso sarebbe fiato sprecato, quello ironicamente risulta di essere il miglior periodo. Il problema stressante viene più tardi, quando passi la notte insonne per cercare di comporre delle frasi che il giorno dopo ti potrebbero aiutare a comunicare qualcosa che ti sta a cuore.

Poi c’è il cibo: l’alimentazione è un fattore determinante sulla qualità della vita quotidiana dell’emigrante. Un piatto che si possa cucinare con degli ingredienti che assomigliano a quelli abituali può veramente fare da collante con usi e costumi lasciati al paese, farti sentire un po’ a casa. Una spaghettata condita con un sugo veramente al ragù con sopra un formaggio veramente parmigiano, un buon bicchiere di vino rosso, il profumo del caffè fatto con la moka, tutto ciò alla fine è il massimo che ci si possa aspettare.
Se poi c’è la possibilità di consumare sì un pasto frugale, ma di così alto valore simbolico, in compagnia di amici o paesani o di qualche parente, allora davvero il tutto non solo mette di buon umore ma trasmette messaggi di benessere molto positivi e durevoli al corpo, ma più importante ancora, rafforza psicologicamente lo spirito e lo stato d’animo.
Fattori importantissimi che aiutano ad affrontare le avversità che

Per chi invece sceglieva l’Oceania, o prima ancora le “Americhe”, era un vero e proprio disastro. No pasta, no pelati, no olio d’oliva, il burro era solo salato, no macinato che non sia quello dell’hamburger, no carne di maiale, no coniglio, no carne bovina venduta con taglio conosciuto, no vino, no grappa, no acqua minerale, no insalate nostrane, figuriamoci il radicchio, ecc. ecc.
In più c’era il fattore “lavoro” con i suoi alti e bassi che sappiamo. E poi c’era l’abituarsi ad “usi, costumi e ambiente” così differenti da come eravamo abituati: no caffè espresso,

Poche le Chiese da frequentare, e quelle esistenti erano di un’architettura che non attirava. Ecc. Tutto ciò era abbastanza frustrante, ma questo non doveva apparire sulle lettere indirizzate a casa! Loro ricevevano le rimesse che si spediva e dovevano stare tranquilli! Pensierosi per il loro caro lontano da casa sì, ma tranquilli.
Solo le cose positive venivano loro accennate, ma non cosa c'era dietro quel traguardo momentaneamente raggiunto. Sentimenti, sacrifici, esperienze, stati d’animo, nostalgia, solitudine: tutto veniva sacrificato sull’altare della continuità, “del tirar avanti” ma specialmente dell’insensato orgoglio.
Pertanto quelle benedette lettere iniziavano sempre con: “Miei cari qui stiamo tutti bene……”.
Anche per questo meritano più rispetto.
04 dicembre 2010
Consiglio comunale del 30 novembre 2010
Inutile ripetersi, vi rimandiamo alla premessa fatta nella Cronaca del Consiglio Comunale del 25/5/2010 che potete leggere qui e alla nostra rubrica "Chi parla ai Consigli Comunali".
Aggiungiamo solo che un cittadino presente per la prima volta ad un Consiglio Comunale all’uscita ci ha chiesto «Ma è sempre così.. così.. così despota?».
Punto 1 – Interrogazione presentata dal Gruppo “Fare Futuro Federale” in merito alla “viabilità di adduzione all’A28 – primo stralcio denominato anche circonvallazione di Gaiarine
All’interrogazione il sindaco risponde con spiccato senso dell’humor (meritevole di ben altri palcoscenici ma del tutto affini ormai ai bassi politici) se non fosse dovuta indirizzarsi a Veneto Strade Via C.Baseggio, 5 30174 Mestre Venezia. Poi con magnanima condiscendenza risponde ai punti presentati ricordando come alcuni cittadini di Gaiarine abbiano presentato una lettera ben oltre la scadenza prevista per la presentazione di osservazioni al progetto quindi inconsistente e alla quale la responsabile del procedimento aveva provveduto a rispondere, e nel merito della quale l’amministrazione comunale nulla rileva.
Alla successiva replica del consigliere Rosada sull’opportunità di portare in consiglio comunale un’istanza di cittadini, ancorchè fuori da termini e scadenze, che rivolga quesiti e richieste riguardanti la conformità progettuale per la sicurezza di una strada e l’incolumità degli utenti più deboli di quella stessa strada (ciclisti e pedoni), arrivando anche a proporre alternative e migliorie realizzabili con il semplice ricorso al sostanzioso risparmio verificato con il ribasso d’asta, il sindaco con la sensibilità e la capacità di ascolto ormai risapute esclama: «Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno!»

Segue puntigliosa lettura delle voci del regolamento che disciplinano gli interventi in consiglio comunale (chi, come, quanto può parlare).
Noi facciamo presente che un’istanza dei cittadini (la potete rileggere qui) non ha mai scadenza, soprattutto se mette in evidenza carenze progettuali riconosciute persino dal progettista dell’opera e che una amministrazione seria dovrebbe riconoscere i propri errori e porvi rimedio..
Ma si sa che quando non si hanno risposte o quando si sa di essere nel torto, codesti figuri, che a parole si dichiarano contro la burocrazia, proprio la burocrazia usano, oh se la usano: osservazione presentata fuori termine per cui … amen!
Punto 2 – Interrogazione presentata dal Gruppo “Fare Futuro Federale” in merito alla “attuale esistenza e mancata bonifica di discarica abusiva di rifiuti tossici in frazione Campomolino”

Sulla possibilità di prelievi ed analisi che verifichino la salubrità delle falde adiacenti scongiurando la possibilità di sversamenti o infiltrazioni inquinanti è netta e coraggiosa la risposta del sindaco: «il nostro territorio comunale è per fortuna ricco di numerose falde per questo è impensabile ipotizzare l’esame di tutte, non risultando ad oggi alcuna segnalazioni di inquinamento».
Ci chiediamo: ma dove l’abbiamo trovato uno così?
Qualsiasi persona dotata di comune buon senso, e non solo geologi, professionisti, tecnici, avrebbe potuto spiegargli che per verificare il possibile inquinamento di una discarica basta fare dei pozzi di monitoraggio della falda acquifera nelle vicinanze della discarica stessa, senza crivellare l’intero territorio comunale come un gruviera, ma quando non si hanno argomentazioni o interessi, si parla per dar aria alla lingua.
Punto 3 – Interrogazione presentata dai consiglieri di minoranza in merito “alle prospettive di attivazione e funzionamento del depuratore di Campomolino”

Per il sindaco attuale la colpa è sempre degli altri, dimenticando naturalmente le sue responsabilità derivate dai 6 anni come sindaco e dai quasi 5 anni come revisore dei conti del Consorzio Intercomunale. Ma pare che alle problematiche fogniarie preferisca quelle urbanistiche, meno disgustose, olezzanti e tanto più remunerative.
Alla fine della discussione chicca del sindaco, evidentemente ispirato dalla sodale ministraGelmini, che rivolge al consigliere Scandolo l’invito a documentarsi meglio esclamando: «la scuola va fatta a casa!».
Dimostrando così la sua fiduciosa lungimiranza, aggiungiamo noi, poiché di questo passo la scuola pubblica non esisterà più e ciascuno potrà coltivarsi cultura, istruzione, educazione direttamente a casa propria: più “scuola privata” di così!
Punto 4 – Interrogazione presentata dai consiglieri di minoranza in merito “alla sicurezza stradale in particolare nei centri abitati”

Nessun accenno alla qualità dell’aria che si respira, ai numerosi incidenti - anche letali - avvenuti, all’evidente aumento del traffico, al moltiplicarsi dei comportamenti scorretti e a rischio.
Solo autocelebrazioni anche sulla realizzazione di piste ciclabili (in effetti si sta realizzando la pista ciclabile che porta a Campomolino) ma tacendo clamorosamente (ed è evidente la contraddizione) che con la circonvallazione si vanno a chiudere due strade campestri (strada del Bosco e via Ravanei) che collegano Gaiarine rispettivamente a Campomolino ed Albina (vedi primo punto di questo Consiglio Comunale).
Anche qui le istanze di 560 cittadini messe in un cassetto (vedi qui le ipotesi), mai portate nè discusse in Consiglio Comunale.
Viene da chiedersi: ma per questa amministrazione i “cittadini” quelli con “C” maiuscola, quelli che si fanno carico dei problemi della comunità, quelli che si impegnano civilmente.. esistono? …. o esistono solo quelli del punto 9 di questo Consiglio Comunale?
Punto 4 bis – (non presente nell’ordine del giorno) in merito all’alluvione nel veneto e alla sicurezza idraulica.
Ancora una volta il sindaco ripropone una versione dei fatti, avvallata anche a livello di regione, che bolla come eccezionali gli eventi atmosferici di inizio novembre, ignorando le valutazioni di tecnici e studiosi che parlano sì di eventi di forte intensità ma le cui conseguenze sono state eccezionalmente disastrose per il criminale scempio umano del territorio.
Alla proposta del consigliere Poles di devolvere il gettone di presenza dei consiglieri comunali a favore degli alluvionati del veneto, in primis il sindaco e a ruota la maggioranza dice no, etichettando come marginale, esigua e di sola immagine la proposta e invitando invece privatamente all’adesione.
Poteva invece rappresentare un gesto istituzionale d’esempio, certo simbolico ma del tutto positivo: ma guarda caso quando si tratta “de schei”….
Solo la minoranza devolverà il gettone.

in poche parole in merito al referendum sull’acqua pubblica.
Prima di iniziare la discussione di questo punto, vi è una presa di posizione con presentazione di un’interrogazione del consigliere Antoniolli, che dichiara il suo disagio in un consiglio comunale dove non c’è dialogo, dove non si lavora tutti assieme per risolvere i problemi della comunità, dove tutto viene regolato dal sindaco con atteggiamenti non condivisibili.

Tutto bene. Presa di posizione ferrea e coerente, visto l’andazzo dei consigli in quel di Gaiarine ……. ma sorge un dubbio…. non è che per caso non voglia togliersi dalla mischia? …. evitando furbescamente presenza e voto sul punto 9 ? ….
Nel merito dell’acqua bene pubblico: completamente disatteso e ignorato l’impegno assunto dal sindaco e dal consiglio comunale intero a promuovere azioni di tutela e salvaguardia dell’acqua potabile pubblica.
Sulla mozione il sindaco libera i suoi e permette loro di votare secondo coscienza (parola grossa…), per cui tutti votano a favore, mentre il sindaco, Giorgio Fantuz e Alvaro Poles si astengono (nell’imperturbabile coerenza del voto di maggio).
Punto 6 – Approvazione verbali seduta del 25 maggio 2010

Alla fine Rosada si dichiara fiduciosa che sicuramente non passeranno altri 6 mesi prima di avere la risposta che le è dovuta.
Ci viene un dubbio: e se fosse una affermazione ironica?
si vota
Punto 7 – Verifica dello stato di attuazione dei programmi e verifica della salvaguardia degli equilibri di bilancio esercizio 2010

Entro il 30 settembre tutte le amministrazioni comunali hanno l’obbligo, per legge, di presentarsi in consiglio comunale per la verifica dello stato di attuazione dei programmi e la verifica della salvaguardia di bilancio, ma nel nostro comune no …
si presenta dopo 60 giorni (il 30 novembre) con i dati al 30 settembre.
Si scopre che tutti gli atti, preparati dagli uffici, erano pronti il 17 settembre, … quindi non è colpa degli uffici e allora…
il consigliere Rosada chiede perché il consiglio comunale non sia stato convocato entro il 30 settembre, il sindaco dà la parola al segretario, il quale è in evidente imbarazzo, borbotta qualche frase dal senso oscuro poi sotto voce bofonchia «non è il segretario che convoca il consiglio comunale».
Segue qualche scaramuccia, il cui unico risultato è quello di scuotere dal torpore pre-sonno alcuni consiglieri della maggioranza, gente che fa e lavora, altro che balle..
Ma il consigliere Rosada richiede “perché il consiglio non è stato convocato entro il 30 settembre?”, il sindaco con geniale e brillante intuizione risponde “perché è stato convocato il 30 novembre”, il che dimostra che, fin lì, ci arriva pure lui!
L’aggettivo surreale ci sta un po’ stretto, non vi pare?
Vengono poste un po’ di domande, ma non c’è molto da chiarire.
Emerge invece una good news (buona notizia): i mega impianti fotovoltaici, previsti su terreni agricoli in via Belcorvo e via Mazzul non si faranno più …. meno male!!!!!!!!!
si vota.
Rosada non partecipa al voto («non si può votare sull’equilibrio di bilancio il 30 novembre con i dati del 17 settembre»), Poles e Scandolo si astengono, l’intera maggioranza è favorevole.
Punto 8 – Affidamento servizio di tesoreria approvazione schema di convenzione.
si vota
tutti favorevoli
Punto 9 – Approvazione accordo della ditta Giuditta SPA di Conegliano ai sensi art. 37 della L.R. 11/2004

Si tratta di questo: la ditta Giuditta spa, acquista a fine 2006 un’immobile in centro a Francenigo, per il prezzo di euro 68.500, qualche giorno dopo propone la cessione al comune, visto l’interesse dell’Arcuf per quell’immobile, chiedendo in cambio un area, sempre in centro a Francenigo, che abbia la stessa capacità edificatoria.
Oggi il comune valuta quel bene 129.500,00 euro.
Un bell’affare: per il comune (ovvero tutti noi) o per il privato?
Inutile raccontare le acrobazie dialettiche del sindaco pressato dalle domande del consigliere Rosada.
Una per tutte.
Alla domanda del perché viene concessa una compensazione di uguale (si fa per dire) capacità edificatoria, quando la legge dice "adeguata", il sindaco risponde perché è “residenziale su residenziale”, dimenticandosi (si fa sempre per dire) che l’area in questione è stata trasformata, con la variante del settembre 2009 (fatta da lui), da zona B (residenziale) a zona F 26 (festeggiamenti paesani).
Per chi abbia voglia di conoscere nei minimi dettagli questo “affare privato” cliccando qui troverà integralmente la dichiarazione di voto del consigliere Rosada che ci pare, sia cronologicamente che tecnicamente, esaustiva.
Le giuste necessità dell’Arcuf, non possono essere soddisfatte sperperando i denari dell’intera comunità a tutto vantaggio di un privato e se i dirigenti dell’Arcuf non prenderanno le distanze da questa operazione, così come è stata congegnata, se ne assumeranno una parte di responsabilità.
Che dire infine delle perizie presentate?
Carta straccia … si scrivono … si rifanno … persino due diverse all’interno dello stesso ufficio. Viene da chiedersi: esiste un senso etico per cui il funzionario pubblico, che vive con lo stipendio che gli pagano i cittadini, si senta in dovere di procedere sempre secondo la legge e non di seguire pedissequamente, e anche al di fuori della legge, questo o quell’amministratore?
A voi l'ardua (o scontata) risposta.
si vota e naturalmente tutta la maggioranza è compatta a favore.
Punto 10 – Approvazione di trasferimento della proprietà di un fabbricato rurale adibito ad attività agrituristica ai sensi della L.R. 9 del 18/04/1997.
Tutti favorevoli
Punto 11 – Concessione esterna del servizio di accertamento e di riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità e dei diritti sulle pubbliche affissioni periodo 01/01/2011 – 31/12/2015. Linee guida.
Tutti favorevoli
Punto 12 – Approvazione regolamento per l’alienazione dei beni immobili di proprietà comunale
Qualche richiesta di chiarimento, qualche contrarietà da parte del consigliere Poles sulle alienazioni a trattativa privata, ma alla fine tutto rimane immutato.
si vota, Poles e Scandolo sono contrari, la maggioranza è tutta favorevole
P.S. tra il punto 5 e il punto 6 il consigliere Poles scopre che nella sala consigliare appeso al muro c'è il crocifisso, ma nota però la mancanza della foto del Presidente Napolitano, provocando un’improvvisa e collettiva ricerca...
finalmente la si trova: è finita sotto lo schermo per le proiezioni, da dove solerte il messo comunale la recupera tentando quindi di appenderla in qualche posto ... di qua ... di là...
ma non ci riesce e così finisce su di un tavolo (chissà se con la faccia in su o in giù?);
qualche sorrisino di compiaciuta soddisfazione di alcuni componenti della maggioranza per la mancata esposizione dimostra una volta di più quanto sia considerato il presidente di tutti gli italiani.
Questa la seduta e tutto questo è gran parte di quanto è successo.
Ai concittadini del nostro comune ricordiamo che Luigi Einaudi, economista, pubblicista, uomo politico e 2° Presidente della Repubblica Italiana disse:
«Conoscere per deliberare»
e questa modestissima cronaca a questo vuol servire.
03 dicembre 2010
Semo a.. post! (32)
30 novembre 2010
Il popolo dell'acqua torna in piazza!
Il 4 dicembre 2010 in tutta Italia ( a Venezia alle ore 14.00) i movimenti per l'acqua pubblica torneranno in piazza. Iniziative in tutte le regioni (leggi qui quali- ) daranno vita a nodi pulsanti di una rete che, da nord a sud, difende dalla privatizzazione un bene primario come l'acqua.
Ma la nostra battaglia non è solo di resistenza perché abbiamo rilanciato, contro una cinica e neoliberista visione della realtà, una serie di possibilità che tracciano un'alternativa possibile alla gestione del servizio idrico.
La creazione di enti di diritto pubblico che garantiscano la collettività dalle speculazione delle multinazionali e dei poteri forti di casa nostra sostenuti in maniera bipartisan; ma anche la prospettiva di un nuovo pubblico non statalista che faccia della partecipazione dei cittadini e dei lavoratori le gambe su cui muoversi. Ma soprattutto che venga garantita la ripubblicizzazione dell'acqua e che venga garantito un diritto di tutti noi!
In quella giornata chiederemo innanzitutto la moratoria sulle scadenze previste dal “decreto Ronchi”, ovvero lo stop immediato della messa a gara dei diversi servizi idrici, e sulla normativa di soppressione delle Autorità d’Ambito territoriale. Questo almeno fino a quando i cittadini e le cittadine non si saranno potute esprimere attraverso un referendum che 1.400.000 persone hanno chiesto che venga realizzato. Chiediamo da subito che la consultazione venga comunque effettuata entro, e non oltre, il 2011.
Per questa battaglia è necessario l'impegno e l'attivazione di tutti e di tutte per poter garantire la forza, la partecipazione e l' indipendenza di un percorso che difende un bene comune fondamentale per la vita. Per questo avviamo una campagna di autofinanziamento per rendere autonomo economicamente questo movimento, per poter affrontare al meglio la campagna referendaria e poter sostenere la sua comunicazione ed organizzazione. Lo facciamo attivando due strumenti: la donazione e la sottoscrizione con restituzione, con i quali chiunque, con qualunque cifra potrà sostenere ed attivarsi.
Vinciamo insieme i referendum !
L'acqua è un diritto. La privatizzazione ce la toglie. Fermiamoli.Ufficio Stampa Acqua Bene Comune
27 novembre 2010
Sabato: La carriola, la “wheelbarrow” usata nei cantieri edili in Australia

Un montacarichi mobile che si spostava anche due volte al giorno, apparteneva al “concrete contrators”, (leggi azienda specializzata a posare o a lavorare il calcestruzzo a contratto, cioè a un prezzo fisso dato in precedenza per metro cubo; metodo usato per il 95% dei lavori, in poche parole a cottimo).
Il calcestruzzo veniva poi distribuito sulla soletta tramite la carriola.
Ora, immaginate che ci vogliono 12 - 13 carriole (australiane) per

30, 50, 100 o più m³ al giorno.
Quando per la prima volta si vedono questi operai andare avanti e indietro, e ancora avanti-indietro per centinaia di volte, le reazioni sono estreme: o chi ha inventato il “sistema” è un pazzo, e loro pure lo sono, oppure in qualche maniera essi prendono il lavoro come una giostra di divertimento…
ma vi assicuro le cose non stanno proprio così.

Situazione da gironi danteschi.
Anche dopo mesi o anni, alla sera rincaseranno vuoti e stanchi, molto stanchi.
Anche per questo meritano più rispetto.
25 novembre 2010
Convocazione Consiglio Comunale Martedì 30/11/2010 alle ore 20.30
Eccolo finalmente … dopo 168 giorni … il Consiglio Comunale (l'ultimo si è tenuto il 25 Maggio).
Davvero una Amministrazione che lavora molto ....... quasi come il governo (… tra case di Montecarlo… Escort …. e nipoti di Mubarak).

Il Consiglio Comunale si terrà a Villa Altan.
19 novembre 2010
Venerdì: Dal treno in partenza veder scomparire l’insegna di Sacile

In sostanza essa è articolata in due gruppi di sentimenti che nel più dei casi si scontrano fra loro.
Il primo che tutti conosciamo è quello della volontà di migliorare le proprie condizioni, del coraggio, dello spirito di responsabilità per cui si decide di “partire”.
Il secondo invece, il meno conosciuto (perché l’orgoglio frena di parlarne apertamente), è quello fatto di sentimenti come: la nostalgia di tutto ciò che lasci, la paura di non farcela, di incertezze ecc.
Fattori che più di ogni altra cosa marcano la vita di chi lascia il proprio paese.
La prima volta che vidi la scritta “Sacile” alla stazione ferroviaria della cittadina, è stato l’anno successivo la scomparsa del povero papà, avevo tredici anni e (per cambiar aria durante le vacanze estive), avevo preso da solo la famosa “Littorina” per andare a Fanna ospite da una zia. Poi ho continuato a vederla ogni giorno durante il tragitto che per tre anni facevo in bicicletta per raggiungere l’Istituto Professionale di Sacile, ma fino qui tutto normale, era una comune indicazione di località.
Tutto cambia invece alla prima partenza per la Svizzera.

Quel viaggio voleva dire lasciar tutto quello che possiedi e conosci per l’incognito. A cavallo degli anni cinquanta – sessanta il boom economico era già iniziato, ma ugualmente si continuava a emigrare per il semplice fatto che “era consuetudine farlo”.
Una gioventù molto intensa: la scuola, la famiglia che ti ama e che ami, il lavoro che piace e che prospettava un ottimo futuro, frequentare le funzioni religiose, il posto di mediano sinistro nella squadra di calcio, il gioco del calcetto che andava alla grande, il sano divertimento fra amici, la ragazza, eh sì anche la ragazza.
Tutto questo si rifletteva su quella scritta che tutto ad un tratto appariva come l’espressione più genuina di tutto ciò che stai per abbandonare, ma che dal finestrino del treno irreparabilmente vedevi sparire all’orizzonte. Inaspettatamente un nodo prende la gola, la testa gira e la vista si annebbia, all’improvviso capisci che la gioventù non c’è più, è rimasta là, attaccata, abbandonata a quella insegna di stazione.
Stazione come punto di arrivo, ma purtroppo prima ancora: come punto di partenza.

Momenti molto difficili da sopportare e per certi versi anche inaspettati.
Anche per questo chi è partito merita più rispetto.