
“Fateli andare a far carbone all’estero”.(Fanfani 1946)
Il governo De Gasperi (sempre nel ‘46) sottoscrive una convenzione con quello Belga per spedire lassù 50.000 italiani senza lavoro, per lavorare specialmente nelle miniere.
Purtroppo queste erano le necessità di un’Europa uscita distrutta anche dal II° conflitto mondiale: chi (purtroppo) aveva braccia ma non lavoro, e chi aveva la materia prima come energia a buon prezzo, necessaria per far partire l’industria, appunto il carbone, ma non braccia!
Ma che rovescio della medaglia: dal 1946 al 1956 i lavoratori,


L'emigrazione era una componente strutturale dell'economia italiana e in quanto tale doveva continuare ed essere incoraggiata. Il che non significava, pur dopo la catastrofe di Marcinelle, che fu meglio assistita, che i contratti bilaterali furono effettivamente rispettati, che i sindacati dei paesi d'immigrazione seppero elevarsi al di sopra della difesa degli interessi ristretti della classe operaia dei paesi indigeni. Pasquino CRUPI - La tonnellata umana, l'emigrazione calabrese 1870-1980 - Nuove Edizioni Barbaro, Bologna 1994
Ma chi ha lavorato in galleria e specialmente con il carbone le

Anche dai nostri paesi molti sono partiti per il Belgio e francamente per il momento non sono al corrente se qualcuno si trovava a Marcinelle (ma se tutto va come spero, e si avvia il dialogo, in futuro lo sapremo), ma sappiamo che diversi hanno lavorato in galleria, perché conosciamo concittadini che sono ritornati con la silicosi.
Anche per questo meritano più rispetto.