
Silvano Zaccariotto 6984
Pura, Svizzera tel. n° 0041 916064649
Al Sig. Presidente dei Trevisani nel Mondo Sezione di Gaiarine
Al Sig. Sindaco e Sig.ri Municipali del Comune di Gaiarine
Ai Sig.ri Sponsor (Donatori) del monumento agli Emigranti Gaiarinesi
Al Sig. Sindaco e Sig.ri Municipali del Comune di Gaiarine
Ai Sig.ri Sponsor (Donatori) del monumento agli Emigranti Gaiarinesi

Il tricolore andrebbe posato sulla tomba di tutti quegli emigrati che hanno sudato lacrime e sangue all'estero. Saluti da Tokyo.
Apparso recentemente sul Corriere della sera!

In concomitanza con feste, cerimonie pubbliche e articoli di stampa, resoconti, biografie ecc., tutte nobili iniziative pensate per onorare gli emigranti. Si ricordano eventuali successi o sogni realizzati, date, avvenimenti, ecc., e si termina dicendo: “Hanno fatto grossi sacrifici”. Ma questo non è sufficiente, bisogna parlare anche dello spirito, di cosa si prova dentro ad essere “emigrante”. Vorrei mettere in evidenza i loro drammi vissuti, con corrispondenti sentimenti ed emozioni e soprattutto cosa si prova personalmente nella condizione di “emigrante”.
Da diverso tempo pensavo di mettere nero su bianco esperienze, sentimenti, stati d’animo, passioni, realtà, storie che, specialmente nei primi tempi del mio peregrinare, avevo conosciuto o parzialmente vissute. Pensavo di annotare aneddoti abbastanza toccanti e significativi, di vite vissute lontane da casa, “vite di Religiosi del lavoro” (noi Veneti ne sappiamo qualcosa), vite pionieristiche per un mondo che nel bene o nel male avremmo aiutato a globalizzare. Prima che la memoria mi facesse delle “bizze”, volevo prendermi degli appunti che mi sarebbero venuti di aiuto nel raccontare ai nipotini di un mondo che più non esiste, e che però loro sono la diretta continuità. Oltre alle origini della loro provenienza, dovrebbero apprendere fatti, aneddoti, esperienze altrui, da usare eventualmente come stimoli in un loro futuro.

Mi sono stati comunque di incoraggiamento i commenti di solidarietà espressi tramite “foraxfora”, la stampa, le lettere e telefonate ricevute. Mi hanno ancora più convinto che ero sulla strada giusta e che dovevo perseguire (non per niente Monsignor don Canuto Toso il fondatore dell’associazione dei Trevisani a livello mondiale, mi aveva dato il suo consenso per prendere posizione a riguardo). Al fine di superare quanto è accaduto, mi sono convinto che il Dialogo sia la via migliore: per rientrare in collaborazione con quanti sono interessati alla meritata storia dei nostri emigranti in particolare dei Gaiarinesi nel mondo. Sommariamente tutti sanno quanto sia stata dura e faticosa la vita dell’emigrante, ma pochi, se non l’hanno realmente provata, ne sanno leggere l’anima.
Dunque, tramutiamo questi appunti con “pensierini”. Sono sicuro che Quelli lassù non si arrabbierebbero! Anzi, sarebbero ben contenti se per una settimana leggessimo questi pensierini al posto delle preghierine serali (dovrebbero approfittarne specialmente coloro che fanno fatica a preferire i sani sentimenti e le nobili iniziative all’avidità del potere o al succube materialismo di questi tempi).

(Quanto segue sono fatti che riguardano generazioni di emigranti nati attorno alla seconda guerra, al massimo quelli nati attorno la prima guerra mondiale. Non parliamo di quelli nati dopo la metà del 19° secolo, dove per emigrare anche in Europa, dalle nostre contrade partivano a piedi!
Più di ogni altro anche Loro meritano rispetto)