22 aprile 2009

Abitare un grande parco o una banale periferia?

Propongo di seguito una breve riflessione ed una proposta per un progetto differente di territorio. Il Comune di Gaiarine si trova in un momento cruciale, sul punto di svolta di scenari differenti. Nei prossimi anni abiteremo un territorio come grande parco o come banale periferia ?

E’ solo aprendosi alle sfide della contemporaneità e assumendo strumenti nuovi nel processo di riflessione e costruzione del progetto di ristrutturazione della forma del territorio che un comune come quello di Gaiarine potrà nel prossimo decennio confrontarsi con la qualità di altri spazi europei e diventare supporto a nuove domande emergenti da coloro che in esso vivono e lavorano e che pongono al centro la questione della qualità della vita.
Il Comune di Gaiarine si situa in una delle aree più dinamiche d’Europa, all’interno di uno spazio geografico e regionale che si estende dalle montagne dolomitiche ai litorali sabbiosi dell’Altoadriatico in meno di 150 km: un “ piccolo compendio dell’intero universo”. Negli ultimi decenni il territorio comunale, come molti altri, e’ stato investito da trasformazioni dello spazio fisico la cui intensità e accelerazione non hanno precedenti.
Il territorio che abitiamo, lo spazio nel quale ci muoviamo a piedi, in bicicletta, in auto, in autobus, in treno e’ cambiato sotto la spinta di nuove forze economiche, sociali, politiche.
Ad una visione aerea, la giustapposizione, all’interno dello spazio agricolo ancora dominante, di antichi insediamenti, fiumi e canali, ville, nuove lottizzazioni industriali, lottizzazioni residenziali, scuole, allevamenti, cantine non e’ priva di fascino. Esso restituisce l’immagine di un territorio-parco dove sono riconoscibili strutture di lunga durata. Percorso dall’interno, tuttavia, lo stesso spazio, restituisce sequenze sceniche spesso imbarazzanti.

Tutti i tipi di spazio sono stati investiti da una trasformazione dei caratteri specifici. Schemi formali rimasti dai secoli passati sono mutati. L’identità dei luoghi e’ andata in larga misura perduta.

Spazi urbani interni ai piccoli centri antichi come piazze e strade hanno subito demolizioni, ricostruzioni, sostituzioni di edifici. Le maglie fini costituite da corpi d’acqua, siepi, prati, piccoli boschi che formavano lo spazio agricolo si sono allargate; capezzagne, siepi, fossi sono state cancellate. Oggi lo spazio dell’agricoltura si articola in piatte, estese ed omogenee sequenze coltivate simili a piste d’atterraggio.
Le case coloniche sono ancora in larga misura abbandonate, recenti placche industriali o residenziali, nuove strade di dimensioni crescenti sono state inserite all’interno di questo tipo di spazio stabilendo rapporti di brutale giustapposizione rispetto alle trame agricole.
Le strade bianche bordate d’acqua e folte siepi sono mutate in spoglie strisce di asfalto. Le lunghe strade alberate di attraversamento, veri boulevard territoriali di collegamento tra i principali centri della regione sono diventati strade commerciali spoglie d’alberi e dense di capannoni. Auto e mezzi pesanti permeano l’intera rete stradale penetrando sin dentro i piccoli centri.

Lo spazio del quotidiano e’ diventato più difficile da percorrere ma anche da descrivere.

Il territorio che abitiamo registra, con maggiore frequenza che in passato, problemi dell’ acqua, dell’aria, del suolo, del traffico, a tutte le scale di osservazione, dal livello della casa quello del Comune e della Regione.

Lo spazio del quotidiano e’ sempre meno spazio del comfort e sempre di più spazio del rischio.

Le conseguenze non previste dalle trasformazioni degli ultimi decenni hanno aperto una condizione di crisi tra la società e il territorio a supporto di essa, ma anche all’interno della società. Sono incrementati negli ultimi anni i conflitti tra i principali attori delle trasformazioni e gruppi di cittadini.

Più di recente, alcuni importanti cambiamenti che stanno investendo lo stile di vita di una parte della società, le tecniche di gestione più sostenibili delle aziende agricole e industriali, insieme alle qualità ancora presenti nel sistema delle acque, nei piccoli centri, negli spazi dell’agricoltura, rappresentano opportunità per ripensare la costruzione del futuro secondo regole differenti.

Alcuni principi di sostenibilità sono stati integrati all’interno di nuove politiche di governo del territorio ma siamo ancora lontani da forme progettuali coerenti capaci di spingere le sfide emergenti verso forme di territorio innovative.

Nei prossimi anni il processo di trasformazione continuerà ed investirà il territorio del Comune di Gaiarine e quello di prossimità, di altri oggetti di enorme dimensione: ancora edifici della produzione, circonvallazioni e raccordi autostradali. Altri si depositeranno all’interno dei centri. Le relazioni che stabiliranno con il contesto nel quale si insedieranno saranno, in larga parte, di giustapposizione e indifferenza ai caratteri specifici del paesaggio esistente, una minaccia concreta alla qualità ecologica e spaziale ancora presente nel territorio.

Recenti pubblicazioni scientifiche internazionali descrivono come alcuni piccoli comuni italiani ed europei abbiano soddisfatto le nuove domande emergenti dalla società attraverso un progetto di territorio coerente che prende le mosse da una attenta lettura dei caratteri specifici e delle loro potenzialità.

Il Comune di Gaiarine si trova in un momento cruciale, sul punto di svolta di scenari differenti. Vivere e lavorare in un territorio come grande parco o in un territorio come banale vasta periferia ?

Un progetto che traduca in forma concreta e sostenibile i bisogni di comfort, di sicurezza, di leggibilità, in una parola di qualità dello spazio abitato e’ possibile a condizione che cambino le forme di costruzione del processo progettuale. Un approccio sperimentale e’ necessario perché la razionalità delle trasformazioni passate non offre risposte pertinenti, anzi, rischia di accentuare i problemi.

L’idea di parco e’ un modo per riflettere sui caratteri possibili dello spazio contemporaneo del Comune, per riconcettualizzare il paesaggio complessivo e le pratiche sociali che lo investono. Nell’idea di parco come forma di citta’ possono ricomporsi i frammenti di campagna, di naturalita’ e di urbanizzazione dispersa.

Mettere in relazione gruppi di interesse economici, amministratori, e università e’ la mossa più razionale per una “immaginazione concreta” di un futuro possibile.
Le sfide che investono il Comune di Gaiarine necessitano di un nuovo approccio nel modo di costruire il progetto. Si dovranno mettere al centro della riflessione il rapporto tra qualità dello spazio e qualità della vita, l’esplorazione delle condizioni ecologiche di lungo termine all’interno delle quali sia possibile immaginare la ristrutturazione degli spazi dell’abitare, del tempo libero, della produzione.

Un programma di governo per la prossima amministrazione potrebbe essere messo a punto a partire dall’idea che il Comune diventi un laboratorio progettuale dove problemi e opportunità emergenti diventino i temi sui quali i più brillanti studenti d’Europa e non solo, amministratori, esperti di varie discipline e cittadini si confrontano sulla forma del territorio.

Giambattista Zaccariotto IUAV Venezia, TU Delft Olanda

.