29 maggio 2012

Riprendiamoci il 2 Giugno

Il 2 giugno è la festa della Repubblica, ovvero della “res publica”, di ciò che a tutte e tutti appartiene. Una festa ormai da anni espropriata alle donne e agli uomini di questo Paese e trasformata in parata militare, come se questo fosse l’unico modo di rappresentare la Repubblica. 

MA LA REPUBBLICA SIAMO NOI: 
le donne e gli uomini che nella propria quotidianità ed in ogni territorio lottano per riappropriarsi dei beni comuni, per un welfare universale e servizi pubblici di qualità, per la dignità del lavoro e la fine della precarietà, per il diritto alla salute e all’abitare,
per l’istruzione, per una politica di pace.
Le parate militari non ci rappresentano, ci danno tristezza, non ci rallegrano.
Non festeggiano la vita e le istituzioni civili del popolo,
non dimostrano amicizia verso gli altri popoli.
Il 2 giugno è la nostra festa, la festa delle donne e degli uomini che si riconoscono nella Costituzione, che sancisce i diritti di tutte e di tutti, il diritto al lavoro,
all’istruzione, alla salute…, e il ripudio della guerra.

TROVIAMOCI IN PIAZZA
per dire che vogliamo un 2 GIUGNO DIVERSO, smilitarizzato,
in cui fare festa come cittadine e cittadini di:

- un paese diverso, accogliente, fondato sul rispetto, l’ascolto e il riconoscimento reciproco tra uomini e donne, tra native/i e migranti, tra “noi” e “gli altri”;
- un paese in cui i/le giovani possano avere un futuro e le persone anziane
una vita dignitosa e serena;
- un paese in cui i beni comuni - aria, acqua, terra, energia, il patrimonio storico, artistico e culturale, l'ambiente naturale, il paesaggio - restino fuori dalla logica di mercato;
- un paese che sappia affrontare i conflitti, interni e internazionali,
senza ricorrere all’uso della forza;
- un paese che investa non nelle armi e nella guerra,
ma nella cultura, la scuola, la salute, l’occupazione.

Donne in Nero di Padova
donneinnero.padova@gmail.com
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Occupy 2 giugno
Il 2 giugno, compleanno di una Repubblica che per Costituzione ripudia la guerra, è dal 1950 paradossalmente celebrato con una parata militare.

In assenza di dati ufficiali della Difesa – viva la trasparenza eh, ministro Di Paola – il Sole 24 Ore stima che quest’anno abbia un costo tra i 2,6 e i 2,9 milioni di euro, ma «si tratta di un bilancio preventivo, destinato a subire qualche lievitazione in fase di consuntivo».

Meno degli anni scorsi, si vanta il governo – e ci mancherebbe, aggiungo io.

Né Monti né Napolitano hanno finora sentito il bisogno di sospendere – almeno quest’anno di recessione acuta, almeno dopo i terremoti nel nord – questa inutile esibizione a metà tra il Sudamerica golpista e gli ex regimi dell’est sovietico.

Ce ne sarebbe abbastanza per sdraiarsi sul vialone dei Fori da stasera, e non andarsene fino al mattino del 3 giugno, no?

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/05/29/occupy-2-giugno/