13 giugno 2009

Più voci sono meglio di una sola linea, ovvero polilogia vò cercando...

In questi mesi, discutendo delle attività foraxfora, mi sono sentito più volte rivolgere domande del tipo: "Chi è il vostro leader?" "Chi detta la linea del gruppo?".
Sono domande comprensibili ma, in fondo, sbagliate.
Quando ci definiamo
gruppo di cittadinanza attiva intendiamo un gruppo di persone diverse, con idee diverse, che discutono e lavorano insieme.
In foraxfora possono coesistere idee di orientamento diverso. La cosa veramente importante è il dibattito. Tutte/i devono potere far sentire la propria voce. Si crea quindi una situazione in cui coesistono più voci. La linea del gruppo si forma avendo cura di mantenere il dibattito, interno ed esterno, il più aperto possibile.
In parole povere
tutte/i possono usare foraxfora come canale di espressione. Questo contribuisce a dare contenuti al dibattito.
Lasciar esprimere sul nostro blog chi prende parte alla competizione elettorale può far credere che la linea del gruppo si sposti verso chi prende la parola, ma così non è.
C'è infatti un momento preciso in cui la linea del gruppo si definisce (sempre in modo plurale e aperto), ed è quando ci riuniamo per discutere faccia a faccia. E anche le nostre riunioni sono sempre aperte, a chiunque.
In questo senso
foraxfora è un esperimento di polilogia (che appunto significa più discorsi, più voci), che speriamo porti risultati positivi nella politica gaiarinese. Ed è una sperimentazione che, secondo noi e molte/i concittadine/i, in questi primi mesi di vita sta già funzionando.

Per chiudere questo breve intervento, spero di rendere ulteriormente comprensibile questa nostra particolare modalità di funzionamento, riportando le riflessioni di Vaclav Belohradsky, appunto sulla polilogia.
"Con la parola “polilogia” voglio indicare la condizione permanente di pluralità tra i linguaggi e i vocabolari che danno luogo a versioni alternative del mondo. Essa è costruita sul modello della parola “poliarchia” che indica “un regime politico nel quale il potere è nelle mani di molti” (dal gr. polyarkhía, comp. di poly- 'poli-).
Nello spazio pubblico questi linguaggi non sono ordinati gerarchicamente dall’alto al basso o dal sacro al profano; sono invece in un’incessante competizione e si intrecciano in modi imprevedibili e incontrollabili.
[...]
In uno spazio polilogico è difficile che possa sopravvivere un’opinione irrazionale, poichè tutti i cittadini sono coinvolti in un continuo sforzo di tradurre in tanti linguaggi alternativi (volgarizzare o divulgare) ciò che esperiscono come essenziale in un linguaggio. [...] In uno spazio polilogico un’opinione è legittima nella misura in cui è riuscita a resistere alla competizione tra i linguaggi alternativi, tutti dotati di una loro specifica e legittima pretesa alla verità.
[...]
La polilogia spinge i cittadini a ricodificare in continuazione il contenuto delle proprie esperienze per renderle comunicabili a tutti nello spazio pubblico. Così sono pure costretti a prendere coscienza della relatività dei propri punti di vista. Dobbiamo difendere la polilogia, assieme alla sociodiversità e la biodiversità, come una risorsa essenziale per trovare le soluzioni sostenibili dei problemi creati dalla crescente complessità della società ad alta differenziazione funzionale."
.