30 gennaio 2014

Abitare. Il territorio locale del XXI secolo.

           Cima da Conegliano, S. Marco in Trono [...], Venezia. Dettaglio 




Attrezzare il territorio per abitare con meno risorse e riprodurre una nuova prosperità e bellezza.





Dentro la città orizzontale

Il territorio di Gaiarine è una porzione della città orizzontale (o diffusa) veneta, un tipo specifico di territorio contemporaneo (sul quale si è depositata una vasta letteratura). Qui, strade, case, campi, acque, scuole, si mescolano in una forma dispersa e la campagna è dominante. Strade, case, campi, acque, scuole, appartengono alla sfera dell’abitare, sono “costruiti” a servizio dell’uomo che se ne prende cura; adattando ciò che ha ereditato dal passato secondo operazioni di continua ristrutturazione, piccole e grandi, guidato da ciò che è considerato utile e razionale; esercitando saper fare e creatività.  Così che ogni epoca ha interpretato le cose ereditate dal passato sia come dono (una risorsa da utilizzare), sia come fatica (il lavoro per conservarle, modificarle, sostituirle). Il territorio di Gaiarine è un archivio di queste tracce materiali e immateriali, di cose e sapere, depositate nel corso della storia.

L’abitare disperso è, dunque, un carattere costitutivo e di lunga durata della qualità del territorio dei Gaiarine e del Veneto; negli ultimi decenni, radicali trasformazioni (dello spazio, dell’economia, della società) hanno generato, insieme ad una prosperità diffusa, anche degrado dell’abitare: problemi dell’ambiente (alluvioni, siccità, inquinamento sei suoli e dell'acqua..) e della mobilità (congestione, incidenti, emissioni tossiche…); meno evidenti sono gli effetti sull’ incremento dei problemi sociali (salute, riduzione competitività economica, esclusione….). 

Crisi al plurale

Questi problemi potrebbero esacerbarsi in futuro, per effetto di un circolo vizioso che la gestione della crisi economica ha avviato; da una parte, si assiste ad una riduzione del trasferimento di risorse dallo stato agli enti locali e ai cittadini, dall’altra ad un aumento della domanda di risorse per far fronte alle nuove circostanze: invecchiamento della popolazione, diminuzione della ricchezza, aumento dei disoccupati, incremento dei danni del suolo e delle acque. Il degrado dell’abitare è dunque l’esito di una crisi al plurale dove gli aspetti economici, sociali e ambientali si combinano. Questa è una situazione grave con la quale cittadini e istituzioni continueranno a confrontarsi nei prossimi anni.

Innovare le strutture portanti

Al degrado resistono le eccellenze, e il territorio di Gaiarine ha molti difetti ma anche tante qualità: infrastrutture tecniche (sistema  capillare  di strade, dei corsi d’acqua e siepi, dei suoli fertili…) e sociali (sistema delle scuole, delle imprese, delle associazioni, spazi del saper fare e della creatività’,sistema di cura della persona…). 

Recenti studi di pianificazione (es. Master Europeo di Urbanistica-EMU-Venezia), hanno raggiunto promettenti risultati nella esplorazione delle sostenibilità del territorio veneto in termini di resilienza cioè della capacità del sistema-territorio di recuperare uno stato di qualità che era stato compromesso a causa dello stress subito, in seguito ai processi di degrado nominati sopra. Cruciale si è dimostrato l’uso ottimale delle risorse locali sia materiali (cose) che immateriali (sapere) trovando nuove combinazioni. In specifici contesti (aree nell’alta, media, bassa pianura veneta) questi studi hanno prodotto progetti innovativi delle infrastrutture tecniche e sociali locali di cui potrebbero beneficiare tutte le attività attive sul territorio locale. Il metodo di lavoro si è svolto come una “conversazione” con la situazione locale; condotta da un gruppo misto di esperti e cittadini che ha svolto ripetute visite sul campo per “vedere” elementi utili e costruire una interpretazione condivisa; la quale ha condotto, a partire da una prima ipotesi vaga, alla precisione di progetti/scenari solidi attraverso una sequenza di passaggi successivi e partecipati.


Verso il futuro

In conclusione, il progetto del territorio di Gaiarine necessita di uno sforzo di immaginazione fondato su una rinnovata interpretazione della condizione di base: l’abitare disperso e le risorse locali. L’abitare disperso esercita da centinaia di anni una resistenza ai tentativi di cambiamenti radicali. Oggi conosciamo meglio i processi della formazione del territorio presente e quelli possibili per il futuro. Per rispondere alle crisi e al loro superamento agendo sulla sua forma e funzionamento. Dobbiamo intensificare lo “sguardo” e l’“ascolto”. Con Eco si può sostenere che noi entriamo nel territorio come in un film a proiezione già iniziata, quando molte cose sono già successe, (alcune da centinaia di migliaia di anni) ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio ciò che abitiamo oggi. E come abitare domani.

15 gennaio 2014

Non solo auto. Più spazio per camminare e pedalare! (2)




Non puoi avere una rivoluzione della bicicletta se provvedi a una riduzione della velocità’a 30km/ora solo in alcune strade e neppure se realizzi solo alcune piste ciclabili ma devi fare tutte queste misure e dappertutto al fine di realizzare un sistema coerente su tutto il territorio. E, uscendo di casa devi poter trovare, a  poca distanza, una infrastruttura la cui qualità’ e attrattivita’ degli spazi attraversati sia tale da diventare un divertimento percorrerla per te e i tuoi figli. (David Hambrow. www.aviewfromthecyclepath.com)


Infrastrutture del traffico 

Nel post Non solo auto. Più spazio per camminare e pedalare! (1), avevo affrontato la questione del traffico veicolare. Necessario, ma anche problematico, perché oltre a vantaggi, genera anche danni diretti o indiretti per chi oggi si muove a piedi o in bici e scoraggia chi desidera o deve farlo.

Nel comune di Gaiarine, chi voglia muoversi a piedi o in bici con comodità e sicurezza in ogni giorno dell’anno e ovunque ha minori possibilità rispetto a coloro che si spostano in auto. Questa possibilità si è progressivamente ridotta per l’aumentare del traffico negli ultimi anni. Questo guida la realizzazione di nuove infrastrutture.

Circonvallazione

La circonvallazione, da una parte ha ridotto la pressione del traffico veicolare liberando opportunità di movimento per pedoni e ciclisti (centro di Gaiarine), dall’altra, però, ha interrotto antichi percorsi riducendo le scorciatoie esistenti (connettività) per pedoni e ciclisti che ora sono costretti ad allungare il tragitto.

La circonvallazione nel Comune di Gaiarine è una infrastruttura che non si è fatta carico di combinare le questioni della mobilità lenta (pedoni e bici) con quella veloce delle auto e camion. Il progetto non è partito da una lettura attenta ai caratteri e potenzialità della rete del traffico esistente, compresa la rete di pedoni e ciclisti. La circonvallazione ha spostato il problema da una parte all' altra del territorio, non lo ha risolto. E, come si dice, “quando una cosa è fatta è fatta…”

La circonvallazione, dunque, è un progetto che nasce già vecchio, non e' innovativo e voi comprereste un computer degli anni 80? No ovviamente. Allora perché la comunità “acquista” infrastrutture che sono obsolete?


Innovazione ?

La mancanza di innovazione è sia un problema di progettazione che di governo; dell’ingegnere che progetta le infrastrutture riferendosi a manuali del “secolo scorso” e propone soluzioni standard; e del politico che non “vede” i problemi e le opportunità specifiche del territorio che governa e quindi non indirizza il lavoro dei tecnici alla soluzione più appropriata.

La storia della circonvallazione sarebbe potuta andare diversamente ? Forse si, ma da qualche altra parte questo è avvenuto.


Innovazione !

Nelle città di Groningen, in Olanda, il progetto della mobilità è stato affrontato a partire da principi diversi. Qui politici, tecnici e cittadini hanno lavorato insieme. Il video-documentario ricostruisce la micro-storia e illustra il risultato. Anche in questo caso il video è in inglese ma comprensibile senza il sonoro grazie a chiare illustrazioni.

Nel precedente post Non solo auto. Più spazio per camminare e pedalare! (1) ho introdotto due principi guida per la soluzione del problema del rapporto tra auto, bici e pedoni: la integrazione e la separazione. Ho usato il caso di Poynton per introdurre il tema della integrazione tra auto, bici e pedoni che si applica quando il traffico e' lento. Il caso di Groningen offre l’occasione per illustrare che cosa significa separazione delle auto dalle bici e pedoni, quando il traffico veicolare e' veloce, garantendo per questi ultimi spazi adeguati per circolare in condizioni di comfort, sicurezza ed efficienza. Ovunque sul territorio.

Il caso di Groningen sfata la leggenda che il cittadino olandese sia homo ciclibus, nato sulla bici; in Olanda, l’incremento d’uso della bicicletta è seguito a quello della realizzazione di spazi adeguati per chi circola a piedi e in bicicletta. “Il risultato è che oggi a Groningen ci sono 75mila macchine e circa 300mila biciclette.”

Il territorio di Gaiarine

Anche il caso di Groningen, come quello di Poynton, e' utile per riflettere sui limiti delle reti di traffico esistenti nel Comune di Gaiarine e sulle potenzialità dei principi al fondo di questi progetti. Come cambierebbero gli spazi della mobilita' nel Comune di Gaiarine se questi principi venissero tradotti nel territorio locale?

Il territorio del comune di Gaiarine è stato attrezzato - nel corso della storia lunga - con una rete di strade generalmente densa e distribuita in tutte le direzioni. Questo carattere permette, a chi circola, di raggiungere la destinazione potendo scegliere tra diversi percorsi alternativi.

Alcune strade potrebbero essere selezionate e specializzate per favorire pedoni e ciclisti (anche ripristinando la rete dei fossi e siepi) dove l' auto rallenta o sparisce; mentre altre potrebbero essere selezionate per favorire il traffico veicolare e riducendo lo spazio per pedoni e bici.

Ne risulterebbe una rete di traffico per tutti e sviluppata in ogni direzione: "democratica". Che risponde da un lato alla domanda di chi circola a piedi e in bici e dall'altra a chi per lavoro usa l’auto deve raggiungere la propria destinazione. La specializzazione deve essere nelle caratteristiche spaziali (forma, dimensioni e materiali del suolo) non nella segnaletica la cui inutilità è evidente a tutti.

I due casi, quello di Poynton e di Gronningen, insegnano che la ricerca della soluzione più appropria deve partire da una lettura attenta ai caratteri e potenzialità della rete del traffico esistente e di una progettualità che supera le soluzioni convenzionali.  Al fine di utilizzare al meglio il capitale territoriale, a vantaggio della comunità insediata.