22 settembre 2010

Traffico... Traffici... Trafficanti... Trafficopoli...

L'estate sta finendo..
È ripreso il lavoro (chi ce l'ha ancora), ha riaperto la scuola (nel bene - poco - e nel male - sempre più)..
E ritorna il pedibus, brillante iniziativa che vuole riconsegnare marciapiedi e piste ciclabili (quando ci sono, gli uni e gli altri) ai pedoni, insegnando ai bimbi, scolari oggi adulti domani, come si possa arrivare a scuola anche a piedi.
Ma nelle strade e sulle strade non sono soli, anzi..
E per dare un'idea del traffico di una strada, e ancor meglio, della strada che attraversa il centro abitato di Francenigo ci siamo messi a contare.
Qui sotto vedete il risultato di questo conteggio, semplice e tutt'altro che scientifico ma del tutto onesto e significativo.


E qui ci starebbe bene assai un commento del Vice-Sindaco ma soprattutto Assessore alla Viabilità ed Urbanistica, che ha promesso in campagna elettorale la massima disponibilità a cogliere indicazioni e consigli sulle priorità interessanti ed utili per il nostro comune.
A maggior ragione a 186 giorni dalla mancata promessa del Sindaco di risolvere
«i disagi» causati a Gaiarine dalla chiusura dell'A28 a Godega Sant'Urbano.
Noi nel nostro piccolo, per capire cosa vuol dire strada trafficata, ci siamo messi col pallottoliere in mano e abbiamo contato autovetture e autocarri.

Ma se vuole glielo prestiamo!

15 settembre 2010

Una storia nel Bosco Crasere

È un pomeriggio d'agosto, e nel bosco Crasere in quel di Francenigo, un allegro e variopinto gruppetto di persone, uomini e donne e fanciulli, stanno procedendo sul sentiero. Intanto si rannuvola, e un'improvviso acquazzone, uno scroscio torrenziale di pioggia si rovescia sul bosco e sui malcapitati escursionisti. Un rombo assordante, una saetta luminosa, un lampo accecante, per un attimo tutto resta sospeso nel fragore di un fulmine caduto vicino.. poi silenzio e poi ancora il rumore della pioggia che cala d'intensità fino quasi a cessare e i suoni del bosco che riprendono.
Giovanni, Paola, Dora, Asia, Gaia, Francesco, Chiara, Francesco, Maddalena, Simone,
Federica, Riccardo e Beatrice si guardano attorno, incuriositi e increduli: i "grandi" non ci sono più!
Spariti! Scomparsi!
E sul sentiero è apparso silenziosamente un personaggio bizzarro, con capelli e barba lunga, vestito strano, con una bandana in testa, che li osserva con occhio profondo e consumato, di chi sa leggere il cuore curioso e ancora pulito di un fanciullo.
Ed infatti non è il momento della paura e nei fanciulli vince la curiosità :

«E tu chi sei?» gli chiedono.
«Io? Sono l'uomo del bosco. Seguitemi - dice loro- guardate e ascoltate.»

I ragazzi si
scambiano un'occhiata esitante solo per un momento, poi lo seguono.
«Un albero è come un essere u
mano, con il suo carattere, la sua personalità.»


«Davvero?»
disse il più piccolo del gruppo.







Questo è l’ACERO
E' un albero che al momento sembra forte e sicuro di sé, invece ha un carattere fragile che si arrende subito e si lascia dominare. Si comporta come quelle persone che, di giorno, ostentano una sicurezza e una forza che in realtà dentro non hanno e, al calar del sole, vengono immancabilmente presi dall'ansia per la notte scura che si avvicina. E' un tipo che ha bisogno di luce. Il tormento, la fatica, il buio o una malattia anche lieve possono annientarlo.


Questo è il TASSO invidiato da tutti gli alberi del bosco.

E' un soggetto fortunato: bello, ricco, prestante e ricercato. Ma lui non ha fatto nulla per ottenere questa invidiabile posizione; la natura ha deciso la sua sorte. Il tasso è il conte del bosco e non si abbassa a dialogare con nessuno. E' un gran legno, pieno di cultura, e sa di esserlo. Se un altro albero vuole andare da lui deve chiedere permesso. C'è da dire però che la nobiltà del tasso, mista alla cultura ereditata dagli avi, lo rende amico nel lavoro e disponibile a venirti incontro e ragionare. Se lo prendi con la formale reverenza che si aspetta, ti offre il massimo di cui è capace. L'importante è che le distanze vengano sempre rispettate.


E ora il NOCCIOLO

Già quando lo vedi sottile, dritto, alto e ben vestito, ti dà l'idea del furbetto che non vuole fare nulla: quello che, per evitare qualsiasi seccatura, mette in banca la sua vita con la speranza di proteggerla e farla fruttare senza sforzi. E' talmente refrattario a qualsiasi rischio, che neanche si sogna di osare qualcosa di suo. Ma non è stupido e cerca i posti a "solivo" ossia dove batte il sole. (...) Difficilmente lo trovi a "pusterno", dove il sole del nord a malapena lo sfiora. Al pari di tutti i vili e fannulloni cerca la forza nel branco, perciò cresce assieme agli altri noccioli in numerose combriccole. A vederle sembrano quelle bande di giovani bulletti, padroni dei qaurtieri, il cui unico coraggio sta nell'importunare i vecchi o picchiare i barboni.

Questo è il CARPINO
Il duro dei duri, di carattere testardo, cresce storto, ossuto, inquieto e ramingo. E' un solitario e ama fissare l'orizzonte. Non chiede nulla e di nulla ha bisogno. Anche quel sentimento chiamato amore rappresenta per lui un problema difficile. Quando brucia, il carpino non forma quasi braci. Come un uomo schivo e solitario, vuole scomparire nel nulla senza lasciare di sé la minima traccia.






Qui c’è il PIOPPO
Il più sfortunato degli alberi. Egli appartiene, come socio fondatore, alla sterminata categoria dei disgraziati che popolano la terra, a quel vasto numero di persone che non hanno alcun pregio e neanche la salute. Conscio della sua misera condizione, non vuole quasi vivere, e manda avanti l'esistenza a spintoni in attesa che la morte venga a prenderlo. Siccome non può offrire nulla, tranne che l'ombra di se stesso, da nessuno è cercato. Ma è con la morte che avviene il riscatto e si realizza concretamente la parabola evangelica secondo la quale gli ultimi saranno i primi. Stritolato dalle macine e pressato, il pioppo si trasforma in carta per offrire rifugio alle parole che danno vita ai grandi capolavori della letteratura. Sulle sue fibre è stato stampato il "Cantico dei Cantici". Sui suoi fogli sono stati tracciati i disegni dei Maestri. Le sue pagine conservano la testimonianza della crescita culturale nei millenni.

Ed ecco il SAMBUCO
Mentre l'agrifoglio fa vedere immediatamente la sua cattiveria, il sambuco, gracile ed inutile, ma che nasconde progetti ambiziosi e violenti, la tiene nascosta come tutti i meschini. Dentro la sua tenera forza si cela una natura aggressiva e guerrafondaia. Tutto l'uso che se ne fa di lui riporta a elementi di distruzione. Occorre stare molto attenti ai sambuchi umani. Piccoli e insignificanti, sono molto cattivi e colpiscono a tradimento con armi subdole e nascoste. Sono fragili, i sambuchi! Con una strizzata di mano ne potresti uccidere un centinaio, ma devi sempre stare attento. Rompendosi, producono schegge affilate come lamette che ti possono dilaniare. Si sentono inferiori e come tali tengono il coltello in tasca pronti a farlo scattare senza il minimo preavviso. Quando vedi un giovanotto che scippa una vecchietta, in quel momento hai conosciuto un sambuco.

Questo è il FRASSINO
Che si può definire l'effeminato del bosco. Non cresce mai dritto. Il suo tronco si sviluppa con movenze e curve inequivocabilmente femminili. Come tutti i diversi è sensibilissimo e quindi procede, attraverso la vita, con grandi difficoltà. Viene deriso dai "veri uomini", quindi cerca di evitare, il più possibile, incontri con maggiociondoli e carpini, gente buona ma dura e maschilista fino al midollo, che non perde occasione di stuzzicarlo e dileggiarlo con sarcasmo. Nonostante il corpo grazioso, il frassino, è un legno duro e tenace, dal carattere buono e pronto a sopportare i pesi della vita.






Qui c'è il NOCE
Il potere e la fortuna del noce non sono frutto del suo lavoro o di un impegno costante e laborioso, ma solo il risultato casuale di una serie di buone qualità che, travisate, hanno reso ciechi gli uomini. Questo è il noce: un uomo normale con qualche bella curva di pregio che la stupidità umana ha reso celebre e potente, a tal punto che è impossibile ormai fermare il suo arrogante cammino. Per quanto arrogante e antipatico, dispone comunque di parecchi pregi. Anche le foglie del noce sono state colpite dal delirio di onnipotenza. D'autunno, non cadono come le altre in dignitoso silenzio, ma devono farsi notare. Hanno bisogno della platea altrimenti si sentono zero. Allora, per attirare l'attenzione, scendono al suolo con rumorosi "croc croc", come cadessero pesanti cartocci. E' il desiderio di apparire a tutti i costi.

E ora PERO, MELO e CILIEGIO

Dal grande popolo delle piante vi sono anche coloro che se ne sono andati. Sono usciti dal bosco per emigrare in città a stare meglio. Rappresentano gli affetti, le cose buone della vita e sono il ciliegio, il pero e il melo. Nel bosco sono rimasti solo i fratelli selvatici, loro, invece, hanno preferito mettere nella gerla ciliegie, mele e pere e trasferirsi nei cortili. Buoni d'animo e dal temperamento mite, questi alberi possiedono un corpo caldo e un colore che comunica affetto. Il ciliegio, in verità, ha un carattere un poco superbo ma bisogna dire che è anche l'albero dei sogni e degli amori. Forse per il suo color rosa intenso con fiammature scure e per il suo legno odoroso di fresco, il Creatore gli aveva affidato un compito speciale nei paesi della valle. Lo aveva incaricato di contenere come in uno scrigno affettuoso l'amore e il sonno degli uomini. Da noi, nonni, genitori, bambini, generazioni intere hanno dormito e si sono voluti bene in letti di ciliegio. Mentre il ciliegio stimola i sentimenti, il pero e il melo sono maestri d'asilo. Hanno sempre a che fare coi bambini che diventano i loro educatori. Sono alberi che vivono per dare pace e serenità. Non sono pionieri, non cercano l'avventura ma si accontentano di una vita quieta negli orti, nei cortili o nei giardini.

Ecco il
TIGLIO
Quasi fratello del pioppo, è solo un po' meno disgraziato. Sembra abbia avuto la fortuna di incontrare una donna che lo ha lavato, vestito e profumato. E gli ha insegnato a tenersi bene. Ma lui, per uscire dalla sua non troppo brillante condizione, ha voluto esagerare e, siccome non è un raffinato, è caduto nella trappola della banalità. In primavera si spruzza addosso tanto di quel profumo che se ci passi vicino ti viene il mal di testa. Rinnega in ogni modo la parentela con il pioppo e per riuscirci si circonda di oggetti superflui che, secondo lui, dovrebbero donargli stile e autorità. Quanto è ridicolo il tiglio! Sembra quei tipi al bar col telefonino appeso alla cintola che aspettano sempre una chiamata per far vedere al mondo che anche loro esistono. Come tutti coloro, e sono tanti, che hanno un rapporto contrastato con l'educazione, il tiglio sbraita, spinge sgomita e si fa avanti senza il minimo rispetto verso il prossimo. Nella fabbrica della vita, mentre i faggi avvitano bulloni lui, che è sempre pronto a dire di sì al padrone per ottenere privilegi, s'è conquistato il posto da guardiano. Con mille sotterfugi ha acquistato una macchina usata, ma lussuosa, per farsi credere ricco. Come tutti i finti, quando incontra l'abete bianco china la testa e diventa servile, salvo poi sfogarsi con i più deboli e sfortunati. Ingannevoli nella facciata, da lontano sembrano brillanti e sicuri, ma alla prima battuta, si rivelano deludenti e noiosi. Sono i tigli!

Questa è la QUERCIA
Alta, grossa e sempliciotta, sembra una chioccia sempre intenta a tenere i pulcini sotto le ali. Preoccupazioni ed ansie l'hanno abbandonata da tanto, ma l'hanno pure sfiancata e resa pesante, con le forme dimenticate dal tempo. Di scarsa cultura, è un po' banalotta e provinciale. Nel bosco, sembra una di quelle matrone da cortile, le mani ai fianchi e il grembiule unto, che parlottano con le comari di tutto e tutti. Non ha punte di emozioni e sta lì a registrare gli avvenimenti che riferisce con bigotteria e quel senso dello scandalo, tipico di chi non può più commettere certi peccati.

...


«Ragazzi, dove siete???»
I richiami dei genitori risuonano nel bosco Crasere, proprio alle loro spalle, nel sentiero. Si voltano tutti assieme verso le voci familiari, e subito dopo eccoli, papà e mamme sollevati dopo tanto cercare, che si avvicinano ai loro figlioli.
«Ma.. dove eravate finiti tutti?» «E perchè non rispondevate?»
Nel tentare una replica si rigirano per indicare il loro nuovo amico e compagno di escursione, ma non vedono più l'uomo del bosco..
Non c'è più, è scomparso lui, ora!
I ragazzi si guardano, scrollano le spalle e si tuffano tra le braccia dei genitori. Ora rientrano tutti assieme, ma tra di loro, più d'uno osserva gli alberi del bosco ripensando alle parole poco prima sentite (o immaginate??) e quasi quasi intuendo un sorriso e un saluto tra quelle rugose cortecce.

Ovviamente un affettuoso ringraziamento a Mauro Corona che queste parole ha scritto e a Paolo Cossi che lo ha ritratto; da loro, indirettamente, l'ispirazione per questo post su una camminata "vera", di nostri compaesani grandi e piccini anche a piedi scalzi, attraverso il Bosco Crasere.


Da "Le voci del Bosco" di Mauro Corona qui

Da "Corona l'uomo del Bosco di Erto" di Paolo Cossi qui
e per saperne di più sul Bosco Crasere vai qui

14 settembre 2010

A Vittorio Veneto - L’altra verità su Chernobyl: Le ricerche del Professor Bandazhevsky

Yuri Ivanovich Bandazhevsky nasce nel 1957 nella regione di Grodno (Bielorussia). Nel 1980 si laurea all’istituto nazionale di medicina di Grodno. Nel 1991 è il più giovane professore dell’URSS. Dal 1990 al 1999 è rettore dell’istituto medico di Gomel. Membro di numerose Accademie nazionali ed internazionali, riceve, per le sue ricerche in ambito medico ed anatomo-patologico, diversi riconoscimenti, fra cui la medaglia d’oro Albert Swaitzer e la Stella d’oro dell’Accademia di Medicina della Polonia. E’ autore di oltre 240 lavori di ricerca. E’ aiutato nelle sue ricerche dalla moglie Galina, medico cardiologo.
Dopo il disastro di Chernobyl, il professore Bandazhevsky intuisce le esatte dimensioni della tragedia. Il ricercatore non si arresta davanti ai dogmi ed alle immutabili verità ufficiali: le sue ricerche riescono a dimostrare gli effetti nel tempo dell’esposizione continua a piccole quantità e basse dosi di radionuclidi, soprattutto a livello cardiovascolare. Il veicolo di questo lento assorbimento è il cibo e Bandazhevsky segnala la pericolosità del cibo bielorusso: pericolosità superiore ai decreti repubblicani sulle dosi ammissibili per la popolazione.
Oltre a ciò, il professore denuncia che più di 10 miliardi di rubli, stanziati per la liquidazione delle conseguenze dell’incidente nucleare, sono stati sprecati.
Il 18 giugno 2001 Bandazhevsky è condannato da un tribunale militare a 8 anni di lavori forzati con la possibilità di vedere una volta, ogni tre mesi, la moglie Galina. L’accusa, non supportata da alcun testimone, è di avere chiesto denaro per ammettere uno studente all’università. Un vasto movimento di opinione internazionale interviene a suo sostegno ed Amnesty International ne riconosce lo status di "prigioniero di coscienza". Nel 2001 ottiene il passaporto della libertà dalla Comunità Europea. In seguito alla mobilitazione diplomatica di diversi Paesi della CEE viene liberato il 15 agosto 2005, dopo 6 anni e 1 mese. Dopo aver soggiornato in Francia e Lituania. ora vive in Ucraina.


Afferrati il cuore con entrambe le mani

Quel vecchio riccio

E cuciti ben strette le ferite

con un punteruolo da ciabattino, come quando si rattoppa una scarpa

E viaggia in ogni luogo del pianeta

Ma taci

Almeno fino alla fine della vita.


Questi i versi del poeta ceceno Apti Bisultanov, scritti dopo aver lasciato la Cecenia nel 2002: hanno per tema il dolore e la soppressione della libertà di parola.
Tante al mondo sono le persone che hanno pagato per aver detto la verità. Le loro parole libere sono diventate un macigno per la loro stessa esistenza: per queste parole sono stati imprigionati, torturati ed hanno perso il diritto di vivere nella loro patria.

Parole pronunciate anche per noi, con solitario coraggio e, alcune volte, senza il sostegno della comunità internazionale, pronta a celebrare i valori della libertà di espressione negli intenti, ma senza confortarli con un impegno più concreto ed assiduo.

per saperne di più qui

Chissà se qualche agricoltore sarà interessato?...boh... forse qualche genitore?...

«Prosecco, pesticidi sulle case» e sui colli scoppia la rivolta
Denuncia con duemila firme. Il sindaco di Vidor: «Una lobby mette a rischio la salute»

Prosecco sotto accusa: i trattamenti chimici effettuati sui vigneti fanno paura. Bruciore agli occhi e fastidio alla gola sono i sintomi più frequenti tra la popolazione, ma la gente teme che i danni alla salute possano essere ben più seri. In Pedemontana si è costituito un gruppo di cittadini preoccupati per l’eccessiva vicinanza dei vigneti a case e scuole: è stata avviata una petizione per chiedere ai sindaci dei Comuni interessati e all’Arpav - l’Agenzia per la protezione dell’ambiente - di intervenire. «Le condizioni di vita dove risiedo con la mia famiglia, a causa dei trattamenti chimici operati sui vigneti, sono inaccettabili - si legge nel documento -. Non si possono aprire le finestre, non si possono stendere abiti lavati ad asciugare, non si può utilizzare il cortile o il giardino, non si può passeggiare liberamente sulle strade pubbliche a causa del forte odore. Sulle strade, capita sovente di essere letteralmente lavati dalle sostanze diffuse dall’elicottero o dagli atomizzatori - e conclude - Temo che l’esposizione forzata e prolungata nel tempo a tali sostanze possa danneggiare seriamente la mia salute e quella dei miei familiari».
Una denuncia che fino ad ora è stata sottoscritta da quasi duemila cittadini, che si dicono preoccupati anche per «l’interazione tra i veleni dei vigneti ed i farmaci che molte persone sono costrette ad assumere quotidianamente per problemi di salute - spiega l’ingegner Luciano Bortolamiol di Vidor, tra i promotori dell’iniziativa -. Si rischia di sottoporre la popolazione ad una miscela esplosiva di farmaci e veleni. In tutte le schede di sicurezza, si raccomanda di tenere le sostanze lontano dalla portata dai bambini e di irrorare il prodotto usando tuta, maschera ed occhiali. Ma cosa accade ai bimbi che giocano nel cortile di casa o, peggio ancora, nel giardino della scuola elementare di Bigolino o di Vidor, quando passa il "palombaro" con il trattore e la nube di veleni?».
Sulla questione il Wwf riporta che nel 2009 le patologie neoplastiche maligne, nei Comuni dell’Usl 7, hanno sfiorato i 10 mila casi e che i tumori maligni sono la prima causa di morte negli adulti tra i 25 e 64 anni, nonché tra i bambini tra gli 1 e i 4 anni.
Dati che allarmano anche gli amministratori pubblici, tant’è che Albino Cordiali, sindaco di Vidor, dice: «Non passa giorno senza che dei cittadini si rivolgano al Comune per chiedere aiuto. Purtroppo spesso manca il buonsenso, ci sono produttori che irrorano quantità superiori al necessario pensando solo al profitto.
Se poi l’operazione è compiuta con l’elicottero allora è impossibile sfuggire alle sostanze. Insieme ai 15 Comuni del Prosecco Docg stiamo studiando un regolamento ma le pressioni sono tante, gli agricoltori sono irremovibili e le multinazionali che producono i pesticidi sono dei colossi: temo che la situazione sia destinata solo a peggiorare. Noi amministratori pubblici assistiamo impotenti al deteriorasi della salute pubblica».

Ingrid Feltrin
11 agosto 2010

01 settembre 2010

Adsl a Gaiarine: non se ne può davvero più....

Riceviamo e pubblichiamo.

Gentile comitato foraxfora,
Apprezzo molto il vs blog e la dovuta attività di denun
cia che state facendo quando il fine ultimo è migliorare la vivibilità del nostro comune.
Vivo prevalentemente all'estero e questo blog mi serve molto anche per tenere in piedi i ponti con il mio amato comune natio e rimanere informato sulle ultime news!

E in realtà è proprio di questo che voglio parlarvi.
Capite che vivendo all'estero una delle cose basilari per mantenermi in contatto con i miei familiari è avere la connessione internet ad alta velocità per poter parlare con loro a basso costo tramite Skype.
E qui sorgono i problemi dato che Gaiarine ahimè (seppure nel
2010!) appartiene a quel fortunato gruppo di comuni non ancora coperti da rete adsl.
A complicare le cose sembrerebbe che per motivi di costo nemmeno in futuro la Telecom abbia intenzione di ampliare la sua rete e inglobare
il ns comune.

So per sentito dire che l'amministrazione ha ovviato a questo problema permettendo a delle compagnie di telecomunicazioni della zona di
installare dei ripetitori
e che il servizio ora è in mano a queste aziende
private quali ASCO, POPWifi..che utilizzano tali ripetitori piazzati qui e là!
Ebbene è proprio ad una di queste aziende che mi sono affidato per ovviare al
mio problema e qui nasce la mia Odissea..

Alcune di
loro sono state oneste e mi hanno detto subito che la mia casa era schermata (che c'erano delle barriere architettoniche fra me e i ripetitori), altre invece si sono offerte di vendermi il loro servizio perchè vi erano le condizioni sufficienti per l'installazione e una buona ricezione.

Così ho fatto spendendo non pochi soldi: predisposizione all'installazione, installazione piatto, pagamento tecnico esterno, pagamento canone mensile (molto caro)... tutto pur di avere internet.
Il risultato?
Internet è andato a tratti principalmente per scarsità di
segnale. A distanza di qualche mese invece proprio niente.Insomma per farla breve un flop!

Ora
mi ritrovo senza internet, con la società in questione che ha scaricato il barile sul primo tecnico installatore che nel frattempo si è volatilizzato.. e con un contratto da onorare fino a fine anno con penali incluse nel caso cessassi il pagamento.. Vi sembra giusto?
Soprattutto, vi sembra giusto che nel 2010 un comune come il ns sia senza internet e che dobbiamo rivolgerci a queste compagnie che ci offrono uno pseudo-servizio?
Vi scrivo dunque per conoscere se avete già affrontato l'argomento nel vs blog, se sapete darmi delle dritte su come affrontare il problema, se sapete qual'è lo stato attuale delle cose e se sono previsti dei cambiamenti in futuro per ovviare al
problema.
Penso che molti Gaiarinesi siano stati o siano tuttora alle prese con un problema così importante.. non penso quindi di essere l'unica sfortunata vittima di un tale disservizio!
Anzi so di sicuro che quello che sta succedendo a me è successo a molti altri miei concittadini!

Dunque volevo denunciarvi questa poca professionalità da parte di alcune compagnie della zona e presentare un'eventuale rimostranza nei confronti della Telecom o di chi dovrebbe farsi carico nel comune di risolvere tale problema basilare.

Forse magari è il caso di rispolverare questa vecchia questione e dargli maggiore risonanza, non trovate?

Vorrei conoscere l'opinione dei miei concittadini e come loro hanno risolto tale problema.
Avete postato qualcosa in passato?

E' vero che prossimamente verrà installato un nuovo ripetitore sopra la cantina di Calderano?

Grazie mille, rimanete solo voi ad ascoltarmi! non deludetemi! Se volete postare questa mail no problem! Gradirei ad ogni modo non essere citato (nome e cognome) perchè sto valutando la possibilità di aprire contenzioso con questa azienda che sta mancando nei miei confronti.. ok?

Grazie mille!