19 marzo 2009

Pianificazione Territoriale - considerazioni

URBANISTICA- PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

Il fallimento della pianificazione urbanistica nel territorio della Marca Trevigiana e non, è sotto gli occhi di tutti, una enormità di Leggi, piani urbanistici e quant’altro che sono state aggirate e messe in contraddizione tra loro.
Sindaci, che dovevano operare con un’accorta gestione del territorio, non sono stati all’altezza del loro compito.
Spesso ad una deficitaria conoscenza di problematiche ambientali, paesaggistiche e storiche si è associata una disinformazione in senso lato, legata ad un concetto di esclusività territoriale in relazione all’area amministrata, delineando i contorni di un degrado sempre più evidente anche ai più distratti, con perdita di pezzi di ambiente.
Un’urbanizzazione diffusa non solo legata ai capannoni, ma all’invasione di cemento tout –court, ai riordini fondiari ecc. sta depauperando la risorsa suolo ed acqua, nella sua massima eccezione.
Quanto prospettatoci in sede ONU in merito agli effetti sul territorio, provocati dai cambiamenti climatici ormai in atto, ci induce a muoverci con circospezione e particolare attenzione.
Urge pertanto attuare uno stop al consumo di territorio libero nel comune di Gaiarine e si auspica che ciò avvenga anche nei comuni contermini, come già sta succedendo in altre zone del Veneto.
Nello specifico non va incrementato l’utilizzo di suolo per uso artigianale, industriale e commerciale; le aree a disposizione sono più che sufficienti ed è doveroso prevedere il trasferimento di capannoni ubicati in zone improprie. Le zone industriali andrebbero opportunamente mimetizzate con studi di verde in “verticale” nei lati rivolti alle zone B e C e agricole.
Non vanno individuate nuove aree residenziali; la priorità và alla riconversione dei vecchi opifici siti all’interno del centro urbano del capoluogo e delle frazioni.
Le aree già individuate come residenziali di espansione nel P.R.G. rimangono a disposizione in seconda battuta qualora ce ne fosse l’effettiva necessità.
L’area agricola del territorio andrebbe divisa in zone a seconda delle caratteristiche storiche, ambientali, paesaggistiche che le contraddistinguono incentivando e talora obbligando la piantumazione di siepi o boschetti in un tot di percentuale sull’aree di proprietà. Va “normato” l’uso agricolo del suolo e la sua tutela.
I terreni, nell’area Sic e Zps denominata “Ambito fluviale del Livenza”, tra l’argine e la riva del fiume, andrebbero convertiti a prato stabile.
La differenza del mancato reddito rispetto ad una coltura più pregiata, andrebbe compensata con il contributo stabilito dal Programma di Sviluppo Rurale per la loro conversione a prato stabile.
Vanno perseguiti interventi di riqualificazione ambientale là dove è più urgente intervenire coinvolgendo imprenditori, associazioni.
Tutto ciò che può essere spendibile dall’amministrazione comunale oltre le normali necessità (personale, sanità, scuola, sociale) andrebbe speso per la riqualificazione ambientale del territorio e il risparmio energetico.
Ogni anno, per il coinvolgimento ad una maggiore consapevolezza del proprio territorio, le scuole nei vari gradi, dovrebbero presentare un progetto di riqualificazione ambientale o di risparmio energetico e il comune attuare in concreto il più interessante e fattibile, anche in più fasi, coinvolgendo la parte imprenditoriale del paese.
Va attuato ogni fine anno una sorta di bilancio ambientale e di verifica di quanto fatto, va cercata la collaborazione e il confronto con i sindaci contermini sullo stato del territorio.
Ogni scelta progettuale riguardante il territorio, dovrebbe essere effettuata direttamente sul posto, del tutto simile ad una seduta di consiglio comunale.

Agricoltura sostenibile

Fao: occorrono sistemi agricoli più sostenibili e produttivi
4.02.09
Intervenendo al IV Congresso Mondiale di agricoltura di conservazione (AC), che si svolge in questi giorni a Delhi, un esperto della Fao ha dichiarato che l'agricoltura deve cambiare per riuscire a nutrire il pianeta

Gli agricoltori di tutto il mondo dovranno presto passare a sistemi agricoli più sostenibili e produttivi per riuscire a produrre il cibo necessario per una popolazione mondiale in aumento e rispondere alle sfide del cambiamento climatico
, ha affermato oggi Shivaji Pandey, direttore della divisione Produzione vegetale e protezione della piante.
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"Il mondo non ha alternative se non perseguire l'intensificazione sostenibile della produzione agricola per soddisfare la domanda crescente di cibo e di foraggio, per alleviare la povertà e proteggere le risorse naturali. L'agricoltura conservativa è un elemento essenziale di questa intensificazione", ha detto Pandey.
L'agricoltura di conservazione, o agricoltura senza lavorazione, consiste in una serie di pratiche agronomiche che permettono una migliore gestione del suolo, limitando gli effetti negativi sulla sua composizione, sulla struttura, sul contenuto di sostanza organica.
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Pandey ha spiegato: “I metodi agricoli intensivi tradizionali hanno spesso contribuito a danneggiare l'ambiente, con la conseguenza di un calo della produttività, proprio quando invece il mondo deve raddoppiare la produzione alimentare per riuscire a dar da mangiare ad una popolazione che si prevede per il 2050 raggiungerà i nove miliardi di persone".
"In nome dell'intensificazione in molte parti del mondo i contadini hanno arato il terreno in eccesso, hanno utilizzato troppi fertilizzanti, troppi pesticidi ed hanno fatto un uso eccessivo d'acqua", ha affermato l'esperto. "Ma questo ha avuto conseguenze sull'equilibrio del suolo, dell'acqua, della terra, della biodiversità e su tutti i servizi offerti dagli ecosistemi. Tutto ciò ha causato un graduale calo dei rendimenti".
In base all'andamento attuale, si prevede che il tasso di crescita della produttività agricola calerà dell'1,5% tra adesso ed il 2030 e di un ulteriore 0,9% tra il 2030 ed 2050, a paragone del 2,3% l'anno registrato dal 1961 ad oggi.
Nei paesi in via di sviluppo, i rendimenti delle colture sono calati, passando da circa il 5% nel 1980 al 2% nel 2005. Il rendimento del riso è sceso nello stesso periodo dal 3,2% all'1,2%, mentre quello del mais è calato dal 3,1 per cento all'1%.
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Solo con un'intensificazione della produzione agricola che sia sostenibile si possono fare passai avanti verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio relativi alla riduzione di fame e povertà ed alla sostenibilità ambientale, ha messo in guardia Pandey. "Al momento andiamo nella direzione sbagliata", ha aggiunto.
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http://www.agricolturaitalianaonline.gov.it/contenuti/foreste_e_parchi/fao/sicurezza_alimentare_mondiale/fao_occorrono_sistemi_agricoli_piu_sostenibili_e_produttivi
http://www.ecoradio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3899&Itemid=44

Ai ragazzi del 2009

"Caro ragazzo, cara ragazza del 2009, sono un ex ragazzo degli anni ’60, mi chiamo Beppe Grillo, ho sessant’anni. Faccio parte della generazione che ti ha fottuto.
Il tuo futuro è senza pensione, senza TFR, senza lavoro. Il tuo presente è nelle mani di vecchi incartapecoriti, imbellettati, finti giovani.
Quando ero bambino l’aria e l’acqua erano pulite, il traffico era limitato, la mia famiglia non faceva debiti e tornavo a scuola da solo a piedi. Non c’erano scorte padane e neppure criminali stranieri in libertà. I condannati per mafia non diventavano senatori. Le stragi di Stato non erano iniziate, Piazza Fontana a Milano era solo un posto in cui passavano i tram.
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I genitori sapevano che i loro figli avrebbero avuto un futuro migliore. Solo dal punto di vista economico, ma questo non potevano prevederlo. I fiumi erano puliti e si poteva fare il bagno nel fine settimana che non si chiamava ancora week end. L’unico problema era rappresentato dagli imprendibili tafani.
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Era un piccolo Eden, ora perduto.
Non sapevamo di averlo. Molti lo disprezzavano.
Negli ultimi sessant’anni abbiamo avuto uno sviluppo senza progresso. E ora non ci resta neppure lo sviluppo. Le generazioni che ti hanno preceduto meriterebbero un processo da parte tua, caro ragazzo e cara ragazza. Sono colpevoli di averti rubato il futuro. Loro vivono nel presente con la seconda casa, le pensioni senza base contributiva. Loro ti governano.
L’Italia ha la coppia di cariche dello Stato Presidente/Primo ministro più vecchia del mondo.
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Caro ragazzo e cara ragazza, non potete più stare a guardare, la vita vi scivola tra le mani. Voi, invece di lasciarla scivolare, trattenetela.
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http://www.beppegrillo.it/2009/03/lettera_a_un_ra/index.html

I cialtroni col fucile

APPROFONDIMENTO SUL D.D.L. DI DEREGULATION DELLA CACCIA
Perché si è riaperto il dibattito sulle regole della caccia ?
Perché presso la XIII Commissione Territorio e Ambiente del Senato della Repubblica è all’ordine del giorno, dall’ottobre 2008, l’esame di vari disegni di legge peggiorativi dell’attuale legislazione sulla tutela della fauna e l’esercizio venatorio, che sono stati sintetizzati in un testo-base predisposto da un relatore incaricato dalla Commissione stessa (il sen. Franco Orsi, del PDL).
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Quali sono i peggioramenti proposti e le minacce per gli animali selvatici ?
Ne citiamo alcuni:
- l’art. 18 del d.d.l. estende l’orario di caccia ai migratori per mezz’ora dopo il tramonto (attualmente gli spari devono cessare al calar del sole, eccetto la caccia di selezione agli ungulati). ...
- L’art. 34 elimina il divieto di caccia per 10 anni nelle aree boscate percorse dal fuoco (oggi stabilito dall’art. 10 legge 353/2000). In pratica le porzioni di territorio sottoposte ad un forte stress ambientale continuerebbero ad essere frequentate dai cacciatori, impedendo la ricostituzione di popolazioni di specie stanziali, e restando facilitato il tiro agli uccelli migratori in aree con forte riduzione dei punti di riparo e sosta, con le prede più facilmente visibili dagli appostamenti di caccia.
- L’art. 9 del d.d.l. prevede la possibilità di far esercitare la caccia anche nelle foreste demaniali regionali e statali, possibilità oggi vietata;
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- l’aumento delle specie utilizzabili in numero illimitato -e senza anellini identificativi della legittima provenienza- nell'odiosa pratica dell'impiego dei richiami vivi (art. 4 del d.d.l.); tutte le specie cacciabili potrebbero essere impiegate come richiami vivi legati o chiusi in gabbiette, invece che le poche specie ammesse oggi (tordi, cesene,merli, colombacci, pavoncelle); il numero dei richiami detenibili da 40 diverrebbe illimitato;
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- L’art. 13 del d.d.l. non prevede limitazioni del numero di colpi per i fucili con canna ad anima rigata (le carabine); questo viola gli allegati della Convenzione di Berna sulla vita selvatica in Europa (legge 503/81) e la Direttiva Habitat n. 43 del 1992, che vietano la caccia ai mammiferi con armi semiautomatiche con caricatore contenente più di due cartucce.
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- Minorenni a caccia: si contempla l’introduzione dell’attestato di tirocinio che
consentirebbe già ai sedicenni accompagnati di esercitare la caccia con un fucile (art. 11 del d.d.l.).
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http://www.abolizionecaccia.it/fileadmin/templates/docs/Approfondimento_ddl_Orsi17032009.pdf
http://www.youtube.com/watch?v=2gomiEma8ZM&feature=related