30 aprile 2009

Caro Anonimo ti scrivo!

Uno dei nostri lettori ieri ha posto la questione della partecipazione alla vita istituzionale nei seguenti termini: «La domanda giusta a cui arrivare non è "entrare nel palazzo o no?"; più correttamente la domanda a mio avviso è "entrare nel palazzo a qualsiasi costo?"
Cioè,
il fine giustifica sempre i mezzi?
E il fine è davvero raggiungibile con mezzi che contraddicono la base concettuale del fine stesso?».
La nostra risposta è no!
Il fine non giustifica i mezzi. E raggiungere il fine con mezzi che lo contraddicono, concettualmente e sostanzialmente, è raggiungere un fine diverso (perché cambiato nel suo farsi dai mezzi impiegati).
Come sappiamo, è stato Machiavelli a dare avvio a quello che si chiama realismo politico (secondo il quale appunto il fine giustifica i mezzi). Possiamo ritenerci allora radicalmente antimachiavellici e affermare che
fine e mezzi devono essere coerenti.
Questa idea è un’ottimo punto di partenza. Se assunta come unico criterio guida rischia però di condurre a forme di partecipazione politica di testimonianza (della minoranza, del diverso, dell’escluso), importantissime certo, ma che non devono creare nuove forme di isolamento. Non è quello che intendiamo fare noi.
All’idea di
coerenza tra fine e mezzi uniamo la richiesta della massima partecipazione politica da parte delle/dei cittadine/i e un’idea di società aperta secondo la quale tutti gli attori sociali, considerati uguali tra loro, concorrono a orientare la vita e lo sviluppo della società. In una società aperta nessuno è depositario della verità ultima delle cose. In essa le decisioni nascono dall’accordo tra i vari soggetti. Per questo ha senso parlare liberamente e responsabilmente con tutta la cittadinanza che già adesso è attiva nella sfera pubblica, sia essa di destra, centro, sinistra o volutamente apolitica.
In più riteniamo che le nostre concittadine e i nostri concittadini possano partecipare direttamente alle formazione delle deliberazioni del Comune. Questo modo di intendere la vita politica di una comunità è patrimonio della nostra storia condivisa e della nostra cultura politica. Siamo convinti che la partecipazione attiva della cittadinanza sia la principale garanzia di coerenza tra fine e mezzi. Non per l’esercizio di una semplice funzione di controllo semi-passivo, ma per la reale condivisione degli obiettivi e l’attivazione individuale orientata al loro raggiungimento. Il realismo politico di Machiavelli prevede una visione elitaria del potere contro la quale ci battiamo.

Il nostro impegno non è solo di aprire le porte del municipio ma di farci entrare il maggior numero di persone possibile. In questo senso assegniamo un’importanza fondamentale alla comunicazione istituzionale. Ma restano
imprescindibili le relazioni interpersonali e “l’immediata discussione locale”.

Per questo motivo rinnoviamo a voi tutti cari Anonimi l'invito a partecipare, nel modo che preferite, anche restando anonimi.

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3 commenti:

  1. Me piase quel che te scrive e come che te lo scrive, spere che in tel gruppo seghe in tanti cusì...., peca' che no se vene trovà prima...., chisà...., magari par al 2014..., o anca prima, se nase qualcosa de bon....
    Ciao.

    P.S.:
    "La democrazia è la migliore forma di gestione della convivenza che l'Uomo si sia saputo dare, ma è anche quella che pretende dai cittadini la maggiore virtù."

    Gustavo Zagrebelsky, "Imparare Democrazia"
    (Vado a memoria, le parole forse non sono proprio queste, ma il senso è comprensibile.)

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  2. Caro anonimo.. i tuoi complimenti ci fanno capire che la nostra scelta è stata giusta e che le nostre idee non sono campate per aria.. ma il 2014 è così lontano! Se Zagrebelsky così (sapientemente) diceva mia nonna (saggiamente) mi ricordava che “non bisogna rinviar a domani ciò che si può far oggi” mentre già dei latini era il motto “carpe diem” (cogli l’attimo)..
    Non temere dunque: il tuo contributo come quello di tutti è bene accetto nel gruppo che vogliamo sempre più largo, se l’obiettivo comune è la qualità della nostra vita già nel vicinissimo domani!
    "Tutti dovremmo preoccuparci del futuro, perché là dobbiamo passare il resto della nostra vita."
    Charles Franklin Kettering (1876-1958), inventore e uomo d'affari americano.
    "Segavano i rami sui quali erano seduti. E si scambiavano a gran voce le loro esperienze, di come segare più in fretta. E precipitarono con uno schianto. E quelli che li videro, scossero la testa e continuarono a segare"... Bertolt Brecht drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco

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