16 maggio 2009

Old Style Communication

A pagina 1 del proprio programma elettorale, il movimento politico Continua il Rinnovamento per Gaiarine (che ricandida Loris Sonego alla carica di Sindaco) “si propone di amministrare per la seconda volta il Comune di Gaiarine in continuità con il precedente mandato". E a proposito della comunicazione istituzionale i suoi candidati affermano di essere “consapevoli che nel rapporto con i cittadini si debbano migliorare le forme di comunicazione ed informazione”. E ancora: “la comunicazione e l’informazione verranno incentivate mediante assemblee pubbliche nelle frazioni, uscite di Gaiarine Notizie e aggiornamento puntuale del sito Internet del Comune”. Bene, se intendono amministrare nel segno della continuità significa che dovrebbero già fare oggi quello che dicono di fare in futuro, giusto?
Per esempio: abbiamo sentito dire che per la prossima settimana è stato convocato un Consiglio comunale. E allora via a vedere il sito del Comune, se non ricordiamo male c’è il collegamento diretto alle convocazioni del Consiglio. Ecco sì, provate a collegarvi oggi alla pagina http://www.comune.gaiarine.tv.it/cms/pagina.php?id=114 e… troverete la convocazione del Consiglio comunale dello scorso 9 ottobre 2008! Parliamo di 6 mesi fa!! E come sapete ci sono stati altri Consigli comunali nel frattempo.
Allora intanto interveniamo noi a fare servizio pubblico, mettendovi a disposizione la copia della convocazione, che potete scaricare ciccando QUI.

Poi però… su questo Consiglio comunale, che si terrà martedì 19 maggio a Villa Altan alle 19, c’è qualcosa da dire.
Cominciamo dagli argomenti trattati, ecco l’ordine del giorno:
1. Piano urbanistico attuativo di iniziativa privata “C2/1” – approvazione;
2. Piano urbanistico attuativo “Busco 2” – approvazione;
3. Piano di recupero di iniziativa privata denominato “ex –polveriera” – approvazione.

Si tratta dell’approvazione di 3 atti di pianificazione urbanistica! E in piena campagna elettorale!
Non ci serve citare articoli di legge e sentenze (che pure esistono) per ricordare che in campagna elettorale l’Amministrazione cittadina deve limitarsi all’approvazione di atti aventi carattere di urgenza.
Al di là degli aspetti normativi, ci preoccupa un simile stile amministrativo. Nel corso della campagna elettorale ci si deve astenere dalla programmazione futura innanzitutto perché essa diventa strumento scorretto di propaganda. Poi perché spesso si “blindano”, si cerca cioè di rendere immodificabili, decisioni e provvedimenti che hanno suscitato la decisa opposizione dei/delle cittatidni/e, come nel caso dell’ex-polveriera (di cui daremo conto in un prossimo post).
E poi ancora perché convocare un Consiglio comunale alle 19, le sette della sera, di un giorno lavorativo? Come fa la gente che lavora a partecipare? Non deve essere un caso se questo Consiglio comunale era stato convocato una prima volta venerdì 24 aprile alle 13!! Come si può affermare di voler amministrare il nostro Comune (in continuità con quanto si sta facendo oggi) incentivando comunicazione e informazione attraverso assemblee pubbliche, se nello stesso tempo si ostacola (quando non si rende impossibile) la partecipazione delle/dei cittadine/i alla più importante di queste: il Consiglio comunale?! È in questo modo che “Sindaco, Assessori e Consiglieri si impegnano a dare maggiore spazio nella loro attività istituzionale per favorire la partecipazione ed il confronto con i cittadini, singoli o gruppi organizzati”?

A noi non sembra un modo rinnovato di governare questo. Per non dire della
sgradevole abitudine di dar luogo a inaugurazioni e festeggiamenti a ridosso della campagna elettorale, vero esempio di continuità con uno stile amministrativo vecchio e scorretto. Anzi, nel caso del nostro Comune, addirittura nel corso della campagna elettorale!
Invece di essere un momento di festosa condivisione essi diventano meri comizi elettorali di parte che, nella maggior parte dei casi, generano nelle/i cittadine/i sentimenti di derisione e sdegno.

Per terminare in stile propositivo, formuliamo 3 proposte che possono realmente migliorare il rapporto tra ente e cittadine/i, favorendo la comunicazione e la partecipazione democratica:
  • il sito istituzionale del Comune sia reso interattivo e aggiornato quotidianamente rendendo disponibili tutti le informazioni e gli atti amministrativi (e, se opportuno, le istruttorie) che riguardano la vita delle cittadine/i;
  • i Consigli comunali siano convocati in giorni e orari che consentono veramente la partecipazione del più grande numero di persone;
  • si rimandino al dopo elezioni inaugurazioni e festeggiamenti.

(Tutti i virgolettati sono tratti dal programma elettorale della lista Continua il Rinnovamento per Gaiarine, che potete scaricare dal link del precedente post)

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6 commenti:

  1. Alla faccia!!! Non pensavo che l'Amministrazione Sonego fosse così "spudorata". E inoltre: la trasparenza non c'è ed un dato assodato, ma il primo punto all'ordine del giorno è veramente un rebus. Vorrei sapere quale cittadino normale mi sa dire di cosa e di dove si discute quanto il primo punto all'ordine del giorno del Consiglio Comunale è: "Piano urbanistico attuativo di iniziativa privata “C2/1” – approvazione".

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  2. COSA PUO’ FARE IL CONSIGLIO COMUNALE IN SCADENZA? Questo è quello che dicono legge e dottrina: “L’art. 38 - comma 5 - del decreto legislativo n. 267 del 2000 recita: “I Consigli durano in carica sino all’elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione dei decreti di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti ed improrogabili”.
    Ma quali possono essere “gli atti urgenti ed improrogabili”, anche al fine di evitare eventuali contenziosi in sede giurisdizionale e a chi compete la valutazione circa la loro sussistenza. E’ il Consiglio Comunale che decide, tenendo presente il criterio interpretativo, che individua, quali atti improrogabili e urgenti quelli derivanti da scadenze improrogabilmente fissate dalla legge o un rilevante danno, che deriverebbe al Comune da un ritardo nel provvedere. A tal proposito il T.A.R. Puglia - Bari - sez. II, 3 febbraio 2004, n. 382 ha sancito che il divieto, di cui all’art. 38, è espressione del più generale principio secondo il quale i poteri amministrativi si affievoliscono sino ad erodersi del tutto man mano che si avvicinano alla loro scadenza; tale divieto trova inderogabile applicazione soprattutto nei casi in cui il potere, esercitato in prossimità del suo spirare, regola situazioni future, producendo effetti permanenti e/o differiti, che vincolano nelle scelte discrezionali il successivo titolare della potestà. Il divieto, pertanto, preclude quelle fattispecie, in cui il Consiglio Comunale è chiamato ad operare in pieno esercizio di discrezionalità e senza interferenze con i diritti fondamentali dell’individuo, riconosciuti e protetti dalla fonte normativa superiore”. Il Consiglio di Stato, sez. I, con parere del 21.2.1996, n. 94, ha sancito che il principio previsto dall’art. 38, comma 5, del T.U.E.L. 267/2000 si applica anche alla Giunta Comunale ed al Sindaco (o per esso al Vicesindaco)”.
    A onor del vero con ben due circolari del ministero dell’interno prevedono che” negli enti locali interessati dalle elezioni del prossimo giugno, il rendiconto 2008 e il bilancio di previsione 2009 vanno approvati nei termini disposti dalla legge.Trattandosi di atti urgenti e improrogabili, oltre che comportanti una notevole rilevanza nella gestione amministrativa e contabile degli enti, l'esercizio del potere di approvazione non può incontrare alcun rinvio né limiti, pertanto, in vista delle consultazioni elettorali del prossimo giugno, la circolare rammenta che l'approvazione del rendiconto entro i termini di legge è «un adempimento di assoluta rilevanza nella gestione amministrativa e contabile».
    L’Amministrazione Sonego si fa le leggi da sola e a 20 giorni dalle elezioni, come avete ben detto, approva piani urbanistici, fa scorretta campagna elettorale inaugurando qualsiasi cosa, però, per esempio, non ha approvato entro il 30.4.2009, compre previsto dalla legge, il Conto consuntivo 2008 o rendiconto che si voglia dire.

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  3. LE INAUGURAZIONI “ A MANETTA” E LA PAR CONDICIO
    Tutte le pubbliche amministrazioni, nel periodo che intercorre tra la data di convocazione dei comizi elettorali (dal 23 aprile 2009) e la chiusura delle operazioni di voto, non possono svolgere attività di comunicazione istituzionale (articolo 9 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, più comunemente conosciuta come legge sulla par condicio). Fanno eccezione al divieto le attività di comunicazione “effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”. L’obiettivo che si è proposto il legislatore nell’approvare questa norma è stato quello di evitare che l’attività di comunicazione istituzionale delle pubbliche amministrazioni si intrecci con l’attività di propaganda elettorale e che gli eletti uscenti possano utilizzare una posizione di vantaggio istituzionale, derivante dal loro ruolo di amministratori in carica, rispetto agli sfidanti: tutto ciò anche in rispetto del principio, dettato dall’articolo 97 della Costituzione, dell’imparzialità dell’azione dei pubblici uffici.
    Nel periodo pre-elettorale, un distorto uso della comunicazione istituzionale disciplinata dalla legge 150/2000 configura anche danno erariale qualora effettuata con fondi di bilancio (Sezione giurisdizionale Regione Lombardia, 20 ottobre 2005, n. 645).
    Tutte le attività d’informazione volte a fornire una rappresentazione positiva dell’amministrazione o dei suoi organi, allo scopo di legittimarne l’esistenza e/o l’attività o di promuoverne la riconferma, rientrano nel concetto di “comunicazione di immagine” e sono pertanto da considerarsi vietate per evitare possibili distorsioni nella competizione politica
    Per concludere, ciò che la legge intende scongiurare sono le “occasioni” di propaganda istituzionale.

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  4. infatti.. il consiglio comunale da "assemblea pubblica rappresentativa" a semplice "legittimificio" di atti concordati, stabiliti, pattuiti altrove.. secondo noi trasparenza amministrativa vuol dire altro e assemblea pubblica rappresentativa ha ben altro significato..
    ma è davvero normale il cittadino che rinuncia a chieder conto a chi ha eletto del suo operato, rinuncia a sentirsi partecipe e partecipato e rappresentato dall'assemblea che ha contribuito ad eleggere?

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  5. Carlo Maria Fossaluzza20 maggio 2009 alle ore 09:32

    Un mio pensiero a riguardo si basa su come sia cambiato in tempi recenti il concetto di "potere". Senza riprendere la storia concettuale partendo dall'alba dei tempi mi fermo a considerare le più recenti degenerazioni. Purtroppo la filosofia, nell'ambiente anti-culturale che si delinea sempre maggiormente in Italia, viene sempre meno interpellata nella risoluzione dei problemi quotidiani, anche se penso che spesso ci possa venire prepotentemente in aiuto (sono spudoratamente di parte). In questo caso la filosofia politica più recente, attraverso vari esponenti, a volte non prettamente impegnati politicamente (R.Barthes, M.Foucault...), mi pare possa dare una chiave di lettura che io personalmente mi sento di condividere. Molte volte ho sentito dire al bar, per strada, in facoltà che "a chi governa bastano i soldi". In realtà questo è, a parer mio, nettamente sorpassato, o perlomeno diventato di secondaria importanza e conseguenza della vera e unica priorità di mantenere il potere stesso. Il mantenimento del potere concede di per sé il controllo dello "status quo" e, quindi, indirettamente anche il tornaconto personale. Il potere non è più quindi un "poter fare", un "poter intervenire", un "poter guidare" VERSO o PER un pubblico interesse, ma si è ridotto a un "poter lasciare inalterato".
    A livello macroscopico lascio solo intuire come ciò possa portare a catastrofiche conseguenze, ma anche in un comune come il nostro vi assicuro che il problema non è di marginale importanza.
    In un mio commento in altro luogo su questo blog ho accennato ai "neon" e alle campagne costruite su un bellissimo nulla e sorrette da uno straordinario vuoto. Il problema in questo senso diventa semiotico. Ogni giorno durante la campagna elettorale siamo sollecitati in una costruzione semiotica violenta che nasconde il reale e lo trasforma attribuendo agli slogan lo scopo di modificare direttamente le coscienze soggettive. In questo modo risulta "naturale" vedere le cose in un certo modo, mentre in realtà rompendo la struttura semiotica si vedrebbero le cose come sono, e ne resteremmo addirittura sconvolti perdendo quelle che fin prima erano, seppur false e artificiali, certezze. Gli esempi di Barthes in "miti d'oggi" e ne "il sistema della moda" sono eccezionali. In una visione di questo tipo che interesse può avere il detentore del potere ad aumentare la comunicazione con i suoi "sottoposti" (termine ORRENDO in un'ottica post giusnaturalista, ma assolutamente coerente con l'attuale considerazione quasi feudale degli aventi diritto al voto)?? Le falle si aprirebbero in men che non si dica, e il crollo sarebbe tanto più rapido in quando chi detiene il potere ha scarsissime capacità e ancor minor carisma.
    Il linguaggio (non solo quello verbale) è una potenza. E ha una enorme potenza. Solo la massa, non intesa come dissoluzione del singolo, ma come amplificazione del grido del singolo, può sfondare il guscio di quelle che Deleuze e Guattari hanno definito "proposizioni macchiniche" ("I mille piani" e "la rivoluzione molecolare").
    Passo e chiudo, chiedo scusa per l'inevitabile pesantezza.
    Carlo Maria Fossaluzza

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  6. averne pesantezze simili! e leggendo con sollievo ho avuto la dotta conferma di tante mie ipotesi e intuizioni.. lo scandalo di un potere che alimenta se stesso e la propria interessata cerchia, l'inganno di slogan che a voce cambian tutto perchè nei fatti nulla cambi, la truffa di un'informazione servilmente libera di banalizzare e confondere.. ha ragione: la dialettica e il confronto hanno una forza enorme e rappresentano la speranza di risveglio e consapevolezza delle masse che vorrei vedere finalmente crescere, salire e montare come marea inarrestabile.. stiamo confrontandoci tra noi ma tanti altri ci leggono e le nostre grida (cortesi ed educate direi, per ora) echeggiano e rimbalzano e si diffondono negli spazi virtuali di questo blog..

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