03 marzo 2010

Sempre a risorse infinite…anche con il Fotovoltaico

Sgombro subito il campo da ogni tipo di in fraintendimento: sono favorevole al fotovoltaico, anzi favorevolissimo, tanto che ho appena fatto installare sul tetto della mia casa un impianto ad energia solare.

Ritengo che dopo aver applicato una buona strategia per il risparmio energetico, (no sprechi energetici, no standby, sostituzione delle lampadine ad incandescenza, sostituzione degli elettrodomestici non in classe A, ecc) il fotovoltaico è l’elemento che permette di raggiungere l’autonomia energetica di una abitazione e magari di produrre un po’ di energia in più da immettere nella rete.

Ogni Comune, visto come un insieme di abitazioni ed edifici adibiti a varie attività umane è un ‘insieme” che fagocita energia, e come tale, nella emergenza attuale dovuta all' effetto serra e conseguenti cambiamenti climatici, dovrebbe porsi e tentare di raggiungere l’obiettivo della propria autonomia energetica.

Dovrebbe risultare però chiaro che le azioni per raggiungere questo obbiettivo non possono essere lasciate al caso o ancor peggio indotte solo da forti interessi economici, poiché un approccio di questo tipo rischia di provocare più danni che benefici al territorio, alla faccia dello sviluppo sostenibile.

Non si può continuare a ritenere che il territorio e soprattutto quello agricolo sia “una cosa da consumare” ad ogni costo per ottenere vantaggi economici, magari con la scusa di produrre “energia pulita”.

E’ noto come il concetto del “consumo del territorio” sia fortemente radicato nella testa dei nostri Amministratori e di alcuni nostri imprenditori agricoli e non, (che magari siedono anche in Consiglio Comunale), un concetto da cui non riescono e non vogliono liberarsi, perché il loro metro di misura non è lo sviluppo sostenibile ma bensì i “schei”.

E allora va espressa in modo forte e chiaro la contrarietà ai due impianti che con tutta probabilità verranno approvati oggi in consiglio comunale e che andranno a sottrarre 55.000 mq di territorio agricolo ad una attività, quella agricola, già fortemente in crisi.

Gli impianti fotovoltaici dovrebbero sorgere esclusivamente su terreni non agricoli e dovrebbe rientrare in un progetto che abbia degli obiettivi precisi in termini impatto ambientale.

L’autonomia energetica non va raggiunta creando altri danni all’ambiente ma avviando una serie di iniziative:
1) adottando all’interno di tutte le strutture comunali che consumano energia (compresa l’illuminazione pubblica) tutte le forme possibili di risparmio energetico.
2) installando su ogni tetto degli edifici pubblici, non solo su tre, impianti fotovoltaici e dove ciò non sia possibile installado impianti a cogenerazione o ad energia geotermica.
3) avviando campagne di sensibilizzazione della popolazione sul risparmio energetico e su tutte le possibili fonti di energie rinnovabili (fotovoltaico, geotermia, cogenerazione).
4) incentivando (aldilà degli incentivi statali) l’installazione sia di impianti fotovoltaci sui tetti delle abitazioni private e sugli opifici sia di altri impianti ad energie rinnovabili.

Guardando aldilà del confine comunale e del puro tornaconto economico dovrebbe essere costituita una cabina di regia provinciale alla quale dovrebbero partecipare i sindaci, assessori, tecnici comunali e provinciali per armonizzare l’uso del territorio per fini energetici anche alla luce dei quei 20 milioni di metri quadrati di superficie industriale, che, come ha previsto la Provincia di Treviso, entro il 2020 saranno inutilizzati.

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