27 febbraio 2013

Convocazione Consiglio Comunale Venerdì 01/03/2013

Il Consiglio Comunale è convocato per il giorno di Venerdì 1/03/2013 alle ore 18.30 nella sala della sede municipale con il seguente ordine del giorno:
1) APPROVAZIONE VERBALI SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2012 (dal n. 23 al n. 30);
2) PIANO DI RECUPERO PER LA RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA ED IL CAMBIO DI
    DESTINAZIONE D'USO DI DUE MAGAZZINI - DITTA PESSOTTO NILDO E SONEGO
    RITA: APPROVAZIONE;

3) PIANO URBANISTICO ATTUATIVO DI INIZIATIVA PRIVATA Z.T.O. B39 - EX
    CONSORZIO AGRARIO: APPROVAZIONE;

4) REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI. APPROVAZIONE.

Ancora alle 18.30, questo lo fa proprio apposta.

Non sono servite le  rimostranze fatte in Consiglio, le lettere inviate al sindaco e al prefetto, le  assenze di protesta fatte dai consiglieri di minoranza, le interrogazioni, la convocazione è sempre alle 18.30.

Lo fa per dispetto, per dimostrare che lui può.
Leggetevi in ordine l'ultima interrogazione sull'argomento fatta dalla Consigliera Rosada, la risposta scritta del sindaco e la contro risposta della Consigliera Rosada e poi giudicate Voi.

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AL SIGNOR SINDACO DI GAIARINE
e p.c. Al Signor Prefetto di Treviso

Oggetto: INTERROGAZIONE URGENTE letta in C.C. 21.12.2012 
La sottoscritta dott. Milena Rosada, Consigliere Comunale,
preso atto che da settembre 2011 il Sindaco sta convocando il Consiglio Comunale
sistematicamente alle 18.30, 

considerato che altrettanto puntualmente per iscritto e a voce alcuni Consiglieri Comunali hanno
contestato questa nuova abitudine che non è giustificata da motivi eccezionali o d'urgenza mentre rende difficile se non impossibile la loro stessa presenza in quanto la seduta cade per loro in orario di lavoro
ritenendo che l'esercizio del potere di convocazione non può essere esercitato compromettendo l'esercizio del mandato elettorale di nessun Consigliere,
richiamato l'esposto all'uopo inviato al Signor Prefetto in data 8 ottobre 2012
visto l'art.38 comma 7 del TUEL come modificato dal D.L. 13.08.2011 e dalla Legge di conversione 14.9.201 In. 148
si interroga per sapere
1) perché da un anno non viene rispettata la norma contenuta nell'alt. 38 co. 7 che prescrive che "nei Comuni inferiori a 15000 abitanti le sedute consiliari si tengono preferibilmente in
un arco temporale non coincidente con l'orario di lavoro dei partecipanti."
2) se non reputa che insistere in codesto atteggiamento possa concretizzare una ipotesi di elusione di legge allo scopo di arrecare danno ingiusto a consiglieri comunali messi in condizione di non poter partecipare ai Consigli Comunali e dunque un abuso di potere?.




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                                                                          lì.8 Gennaio 2013

OGGETTO: RISPOSTA AD INTERROGAZIONE URGENTE.
                                          AL CONSIGLIERE COMUNALE  
                                          ROSADA MILENA (Fare il Futuro Federale)
                                                                           
Con riferimento all'interrogazione urgente da Lei presentata e letta in Consiglio Comunale lo scorso 21 dicembre 2012, si ritiene pienamente rispettata la normativa che prevede che "nei Comuni inferiori a 15000 abitanti le sedute consiliari si tengano preferibilmente in un arco temporale non coincidente con l'orario di lavoro dei partecipanti".

In ogni caso si rimanda, per ulteriori valutazioni, a quanto contenuto nel verbale di deliberazione del Consiglio Comunale n. 18 dello scorso 5 ottobre 2012.

Distinti saluti.

                                                                           IL SINDACO
                                                                           Loris Sonego

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                                                     Gaiarìne, 14 gennaio 2013
                                                     Al Signor Sindaco di Gaiarine

                                                     E p.c. al Signor Prefetto di Treviso

Oggetto: Riscontro a risposta a mia interrogazione urgente in merito
              alla convocazione del Consiglio Comunale in orario di lavoro

              dei consiglieri.

Prendo atto di quanto Ella "ritiene".

Mi chiedo, tuttavia, se Ella abbia compreso appieno la evidente ratio della normativa richiamata.

Alla luce delle circostanze sono stavolta io a dover ritenere, senza peraltro restarne sorpresa, di no.

Distinti saluti.

                                                                             Milena Rosada

6 commenti:

  1. Che il sindaco lo faccia a posta è pacifico. Mi sembra tuttavia che la cosa stia diventando stucchevole. In fondo le 18.30 non è un orario scandaloso. E se l'opposizione avesse vinto le elezioni? Dove avrebbe trovato il tempo se ora non trova neanche il modo di ritagliarsi mezz'ora ogni due/tre mesi?

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  2. sono quasi tentato di esser d'accordo sulla stucchevolezza di questa insistita e ossessiva vicenda..
    certo, da una parte c'è l'insolente atteggiamento di un sindachino megalomanicamente infantile al quale non par vero far dispetto alle richieste della minoranza..
    ma dall'altra c'è l'incapacità della minoranza di uscire da questo tormentone ormai trito e ritrito, prendendo atto finalmente dell'ottusa cocciutaggine della controparte e scegliendo di sacrificarsi dimostrando superiorità o addirittura rilanciando con fantasia inventandosi audaci iniziative (l'immaginazione al potere?)..
    mi pare infine inutile e quasi pretestuoso chiedersi cosa avrebbe fatto l'opposizione se avesse vinto le elezioni: il tempo lo avrebbe trovato nell'orario serale che da anni richiede come più congeniale..

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  3. Secondo me è stucchevole solo il comportamento del sindaco che dimostra sempre di più la sua poca considerazione per tutti coloro che non sono d’accordo con quello che lui decide o fa.
    In poche parole questo è un sindaco che della democrazia se ne fa un baffo, e la questione dell’orario non è una cosa di poco conto, come a prima vista sembrerebbe.
    Al di la della legge che in modo chiaro stabilisce che “nei Comuni inferiori a 15000 abitanti le sedute consiliari si tengono preferibilmente in un arco temporale non coincidente con l'orario di lavoro dei partecipanti “ e quindi senza ombra di dubbio i consigli comunali dovrebbero essere convocati, salvo casi eccezionali, al di fuori dell’orario di lavoro (p.es. io lavoro normalmente fino alle 19.30 e per essere, da semplice cittadino, presente in consiglio devo uscire dal lavoro alle 18.00), qual’è la vera questione?.

    La vera questione, sulla quale pochi si soffermano e riflettono, perché ormai non siamo più abituati a misurare le cose in relazione ai diritti degli altri, è questa: se ad un qualsiasi sindaco che fosse, come dovrebbe essere, il sindaco di tutti i cittadini e quindi anche di tutti i consiglieri, fosse pervenuta, dopo una serie di convocazioni alle 18.30, una sola richiesta (qui si sprecano) di spostare la convocazione ad un ora più consona, quel sindaco avrebbe accettato di discutere la richiesta e avrebbe cercato di trovare una soluzione tale da garantire il diritto che tutti i consiglieri hanno e cioè quello di essere messi in grado di svolgere il loro mandato nel modo migliore.

    Ma così non è stato. Polemiche sterili, derisione,dileggio, disprezzo. (vedi cronache dei consigli su questo blog).
    Ma c’è di più viene calpestato anche il diritto del cittadino comune, costringendolo, se volesse essere presente ai consigli (cosa assai rara per la verità nel nostro Comune), a chiedere, in qualche caso, un permesso per uscire dal lavoro.
    E non vale la scusa “va bene alle 18.30 perché tanto non viene nessuno”. Anche al cittadino comune deve essere garantito il “diritto di partecipazione”, diritto che dovrebbe tradursi, in questo caso, col mettere in atto tutte le facilitazioni possibili e non ostacoli ad una sua presenza in consiglio comunale.
    In questo paese molti diritti sono calpestati, non pochi da un potere che crede che amministrare la cosa pubblica significhi amministrare la roba “sua” e non quella di tutti e lo fa tra l’altro infischiandosene di tutto e di tutti.

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  4. non contesto nulla di quanto sopra scritto.. parole sante, sacrosanta verità!!
    che il megalosindaco sia amministratore prepotente, arrogante, presentuoso lo ha dimostrato da anni, e risulta dalle decine di post e cronache pubblicate qui nel blog, e financo i giornali locali riportano il suo sprezzante atteggiamento verso chiunque gli sia contrario, sia un concittadino emigrante o un cittadino residente..
    detto questo, caricato di legittimo disappunto e giustificata indignazione, rendiamoci conto una volta per tutte che questo sindaco megalomane "della democrazia se ne fa un baffo", "calpesta il diritto del cittadino comune", "amministra la roba sua.. infischiandosene di tutto e di tutti" perchè gli viene consentito proprio da quel cittadino che dovrebbe sentirsi "calpestato", il quale in maggioranza lo ha democraticamente eletto, e poi ha consapevolmente e liberamente rinunciato alla possibilità di partecipare, di controllare, di seguire, di sapere, quel che accade nella sua "casa comune", a meno che non sia direttamente coinvolto in questioni di edilizia e proprietà, di traffico e viabilità, di scuola e assistenza, nel qual caso interviene, incontra, riunisce, manifesta..
    mah, io non credo alla semplicistica suddivisione in casta politica dei privilegi da una parte e alla società civile umiliata e calpestata dall'altra..
    credo piuttosto che abbiamo semplicemente la classe politica che ci meritiamo, essendo rappresentativa della società che formiamo.. proprio ierisera, da persona altrimenti gradevole e simpatica, ho sentito giustificare l'eventuale "acquisto" di un senatore come legittima trattativa salariale!!! così come tanti, troppi "cittadini calpestati" giustificano l'evasione fiscale come "necessaria", l'infrazione al codice stradale come "doverosa", i festini con ragazzine e gli appuntamenti con transessuali "divertimento privato", la religione come "radice" e la cosa pubblica come "disgrazia"..
    gli stessi "cittadini calpestati" che lamentano la mancanza di servizi pubblici, piangono la gioventù stroncata sulle strade, la scomparsa di regole e moralità (etica? chi era costei???)..
    se non risolviamo questa contraddizione (la madre di tutte le contraddizioni) il megalosindaco, come chiunque altro per lui, potrà continuare a "farsene un baffo".. godendosela pure e a ragione perchè potrà sempre affermare con soddisfazione e sincerità innegabile di esser stato democraticamente eletto dalla maggioranza dei suoi concittadini!
    ..
    e allora mi ripeto: vediamo quanti tra le centinaia di elettori che nel nostro comune hanno votato il movimento 5 stelle si presenteranno questa sera in consiglio comunale: mi accontenterei di 1 su 10, riempiremmo la sala e sbalordiremmo indubbiamente i consiglieri, maggioranza e minoranza..

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  5. Buonasera.Leggo queste riflessionie vorrei fare giungere un mio piccolo pensiero.Prendo lo spunto dalla riflessione di chi reputa stucchevole la diatriba perchè comunque per una mezz'oretta ogni due tre mesi non casca il mondo...
    penso questo.
    Quello che distingue la Democrazia da un Regime sono la presenza di Regole(norme) e il dovere di rispettarle: il Principio di legalità.Non può essere un principio flessibile, buono per alcuni e non per altri; applicabile a discrezione e convenienza dei vari attori coinvolti,a favore e/o contro: è l'essenza della democrazia. Senza questo principio c'è solo l'arbitrio e nell'arbitrio sta l'ingiustizia e la sopraffazione. E questo vale sempre: non può esistere una soglia di illegittimità tollerata o accettabile, perchè sarebbe pericoloso e nel relativismo che introdurrebbe giustificherebbe qualsiasi sopruso: perchè la misura del limite tollerabile sarebbe sempre un dato discrezionale.
    Se nel caso di specie non ci fosse una norma -tra l'altro una conquista recente portata avanti da un deputato leghista della vecchia legislatura- si potrebbe fare solo una riflessione di cortesia e sensibilità istituzionale.Virtù non proprio diffuse.
    Invece qui c'è una norma che viene violata.Sistematicamente e volutamente.Se accetto questo, accetto l'arbitrio.E ne divento complice.
    E io non ci sto.
    Con cordialità
    Milena Rosada

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  6. Gentilissima Milena, sottoscrivo senz'altro il suo commento..
    il riconoscimento e l'importanza di valori e princìpi mai diventa inutile e/o stucchevole..
    anche se poi alcuni princìpi rimangono assoluti e altri diventano relativi nel pronunciamento e nella percezione, come avviene a mio parere per il principio della Giustizia rispetto a quello di Legalità che si pone leggermente (e naturalmente) al disotto di quella.
    Mi spiego: la Giustizia vuole che tutti i cittadini siano uguali di fronte alla legge mentre la Legge vale per tutti: sembra non fare una piega poi però, ops, la Legge cambia.
    Il Principio di Legalità vuole che la Legge sia rispettata sempre e in ogni caso, ma i contenuti di una nuova eventuale Legge potrebbero non coincidere con quelli della precedente che ha sostituito.
    Tornando al nostro caso comunale non troviamo certo rispetto per la Giustizia tantomeno della Legalità.
    Eppure questa evidente mancanza non basta a smuovere coscienze e sollevare clamori e proteste.
    Anzi, agli occhi del cittadino comune la vicenda appare "stucchevole" cioè "noiosa" e "inopportuna" e "fastidiosa"..
    Addirittura gli occhi del Prefetto comunicano di "non ritenere che sussistano margini di intervento".
    Evidentemente non basta più riproporre e ribadire il Principio per ritrovare il rispetto della Legalità.
    Allora bisogna richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla necessità del rispetto del Principio anche e soprattutto da parte di una figura istituzionale come il Sindaco che nella Legalità e per la Legalità dovrebbe operare perseguendo l'esclusivo pubblico interesse e bene comune.
    Ma per l'opinione pubblica questo è secondario, minoritario, addirittura "stucchevole" perchè pensa che ben altri sono i problemi importanti da affrontare e risolvere, non rendendosi conto che chi non rispetta alcune regole che appaiono minori e banali (ecchessaràmmai un orario?) può non rispettarne altre.
    Quindi: questo mio intervento non asseconda un giudizio superficiale e affrettato ma ne prende atto per suggerire e sollecitare la necessità di nuovi percorsi e inusuali alternative per recuperare l'attenzione e con quella finalmente vigile e attenta e disponibile all'ascolto, procedere alla rieducazione di coscienze stanche, assopite, deluse e azzerate da decenni di favole e barzellette.

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