09 dicembre 2013

Non solo auto. Più spazio per camminare e pedalare! (1)


L’elevato volume di traffico veicolare che attraversa un piccolo centro urbano è un problema diffuso. Nel comune di Gaiarine e non solo.

E’ utile ricordare il principio dominante che ha guidato, negli ultimi decenni, 
 la gestione del traffico e la modificazione dello spazio di circolazione: rendere la circolazione veicolare il più fluida possibile per una evacuazione rapida. Questo principio ha generato, per esempio, il progressivo allargamento della sede stradale e l’eliminazione di possibili barriere. Nei centri del comune di Gaiarine addirittura antichi corsi d’acqua e edifici.

In generale le mosse possibili per risolvere la questione sono due: separare in spazi diversi i flussi di traffico (automezzi, bici, pedoni..), realizzando una nuova strada ( bypass, circonvallazione...) o integrare nello stesso spazio diversi flussi.

Separare il traffico con una nuova strada è la soluzione spesso più ovvia. Tuttavia è costosa, sottrae spazio ad altri usi del suolo (spesso agricolo), è una barriera per flussi trasversali di pedoni, bici, flora e fauna.

Ci sono buone ragioni per esplorare i vantaggi dell’integrazione, una soluzione di senso sia quando una nuova strada, per ragioni diverse, non può o non è opportuno che si realizzi, sia quando una nuova strada riduce il traffico pesante di attraversamento, ma il traffico locale permane.

Il principio guida sul quale si basa un progetto che integra nello stesso spazio diversi flussi di traffico è il rallentamento (non la velocità) e la continuità dei flussi.

E’ necessario premettere che è la velocità del traffico che riduce la sicurezza (reale e percepita) e non tanto il volume del flusso. In generale, un elevato volume di traffico veicolare che procede a velocità ridotta e costante rappresenta una minaccia minore - per l’incolumità e comfort di pedoni e bici – di quanto non sia uno scarso volume di traffico ma che attraversa lo spazio di pedoni e bici a velocità sostenuta.

A partire da questo principio guida, progetti recenti sperimentano forme di integrazione. Ma rari sono quelli dove la trasformazione della gestione del traffico e la trasformazione dello spazio urbano interagiscono generando una qualità complessiva maggiore. Questo è il concetto di spazio multifunzionale: sinergia tra diverse funzioni e obiettivi che interagiscono insistendo sulla stessa area, ed integrandosi in modo convincente a vantaggio dei cittadini, dell’ economia, l´immagine e funzione del territorio locali.

Qui l’ esempio di Poynton, un piccolo centro in Inghilterra. Il video e’ in inglese ma perfettamente comprensibile anche senza il sonoro.

2 commenti:

  1. Purtroppo la sicurezza non si basa solamente sulla velocità dei veicoli, anzi a volte più lentamente i veicoli si muovono più rappresentano una minaccia per la salute dei cittadini. Se consideriamo, ad esempio, il centro di Francenigo, ci si rende conto che è soffocato nella morsa di un traffico pesante in cui i numerosi camion rallentano (perché non sono veicoli adeguati a quelle vie) e, ripartendo, scaricano un sacco di anididride carbonica, polveri sottili e altri veleni che riempiono l'aria della zona e vengono puntualmente respirati dai bambini della scuola elementare e materna. Per capirlo basta guardare cosa si deposita sui davanzali o esporre un telo bianco e vedere come si riduce in pochi giorni. Quella stessa polvere finisce dritta nei polmoni nostri e dei nostri figli. Le conseguenze le conosciamo quindi...

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  2. Caro lettore, grazie del commento. Il tema dell’inquinamento si accompagna a quello del traffico veicolare e ogni soluzione ai problemi legati alla quantità e velocità del traffico, solleva, contemporaneamente, quello della qualità dell’ aria che respiriamo. E delle particelle letali che il traffico veicolare genera.

    L’eccessivo tasso di emissioni deve essere contrastato con la riduzione o eliminazione della fonte d’inquinamento che insiste sull’area. Non ci sono dubbi su questo principio.

    Tuttavia la ricerca della soluzione più appropria deve partire da una lettura attenta ai caratteri e potenzialità della rete del traffico esistente. Al fine di utilizzare al meglio il capitale territoriale che abbiamo.

    Il territorio del comune di Gaiarine ritaglia una sezione della più vasta rete stradale della pianura veneta. La pianura del Veneto è stata attrezzata - nel corso della storia lunga - con una rete di strade generalmente densa e distribuita in tutte le direzioni anche se di sezione ridotta. Questo carattere permette, a chi circola, di raggiungere la destinazione potendo scegliere tra diversi percorsi alternativi. Nel linguaggio disciplinare si dice che la rete è dotata di un’elevata connettività.

    Nel contesto della rete veneta i vantaggi del rallentamento - affrontati nel post – e quelli della connettività possono combinarsi al fine di adattare la rete esistente a nuove condizioni. Alcune strade possono essere modificate per rallentare il traffico veicolare e favorendo la sicurezza, il comfort di pedoni e ciclisti. Per esempio in corrispondenza dei centri, come il video, in parte, illustra. Il traffico veicolare svantaggiato su quel tratto, si sposterà lungo altri tratti, alternativi, della rete che possono essere diversamente progettati.

    Si tratta di un aggiustamento da progettare contemporaneamente specializzando alcuni tratti delle rete che, oggi, hanno un carattere omogeneo: il tipo di traffico da cui sono attraversati e l’ immagine che restituiscono a chi li attraversa non cambiano molto sia lungo una strada a ridosso di un centro abitato o lungo una strada a ridosso uno spazio agricolo o industriale. La specializzazione deve essere nelle caratteristiche spaziali non nella segnaletica la cui inutilità è evidente a tutti.

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