Allarme. Coldiretti: Il pagamento ai produttori è tornato indietro a venti anni fa
I prezzi nella grande distribuzione sono invariati, ma i contadini hanno avuto il 16% in meno Resistere. Questo l'appello lanciato alla categoria dal presidente trevigiano Coldiretti, Fulvio Brunetta: «Resistiamo al settembre nero dei prezzi pagati agli agricoltori per cereali, uva, latte e per tutto il resto del nostro paniere agricolo». Una situazione dei prezzi, quella denunciata da Brunetta, “contraddittoria” e“drammatica”. «Ogni giorno constatiamo che il nostro lavoro e i nostri prodotti ci vengono pagati come vent’anni fa -prosegue il presidente di ColdirettiTreviso -con la bella differenza che i costi di produzione rispetto a quel tempo sono forse più che decuplicati». Eppure le nostre produzioni sono considerate eccellenze nel mondo. «È proprio questo il punto. Non possiamo permetterci -aggiunge Brunetta-di abbassare il livello della qualità dei nostri prodotti. Se facciamo solo un passo indietro ci giochiamo fette di mercato poi difficilmente recuperabili. Oggi la situazione è che per i produttori i prezzi pagati sono sempre più bassi, mentre per i consumatori sempre più alti. I prezzi dei prodotti sono crollati del 16%, ma per i consumatori sono rimasti praticamente stabili per la presenza di pesanti distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che colpiscono gli agricoltori e i consumatori».
La riflessione deriva dai dati dell'ultimo bollettino Unioncamere che evidenzia un aumento del giro di affari del 2,8% nella grande distribuzione nel periodo maggio giugno 2009. Qui i prezzi sono stabili (-0,1%) eppure i contadini hanno ricevuto il 16% in meno, per Ismea. Con punte negative del prezzo dei cereali sceso del 33%, contro un aumento del pane del 2,2%.
Gli OGM danneggiano l’ambiente e minacciano la biodiversità
Da sempre la biodiversità è considerata di fondamentale importanza per il nostro ecosistema: è la ricchezza della vita sulla Terra composta dalle molteplici varietà di fiori, piante e animali che garantiscono la vitalità del nostro pianeta. In quanto parte della biodiversità, l’uomo ne sfrutta i servizi per il proprio sostentamento quotidiano: cibo, acqua, energia e risorse fondamentali sono il patrimonio a cui l’uomo attinge fin dai tempi delle caverne. Spesso però questo utilizzo ha assunto i caratteri dello sfruttamento e dello spreco di risorse fino ad acquistare dei livelli di preoccupazione mondiale. Un impoverimento della biodiversità, infatti, comporta dei danni su più livelli, a cominciare da quello ecologico, poiché si compromettono le funzionalità degli ecosistemi. A livello economico, invece, si riducono le risorse genetiche potenziali. Ultimo ma non meno importante è il danno che si registra a livello culturale: perdere la biodiversità significa perdere quel ricco e complesso tesoro di saper fare, conoscenze e relazioni umane ad essa legati e collegati ad un territorio specifico un tempo retaggio del mondo contadino. Salvare la biodiversità significa salvaguardare un patrimonio genetico, economico, sociale e culturale di straordinario valore. Per tutti.
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Gli OGM “non hanno rese agricole superiori”
Ad aprile è stato pubblicato un rapporto americano che attacca la garanzia di più forti rendimenti degli OGM. Non è il primo studio a mettere in dubbio l’efficacia degli organismi geneticamente modificati, eppure i paesi e le superfici coltivate con OGM continuano ad aumentare. Gli organismi geneticamente modificati (OGM) non vengono più criticati solo in Europa. Ad aprile è stato pubblicato un rapporto americano che attacca il principale argomento dei fabbricanti di sementi modificate: la garanzia di più forti rendimenti. Responsabile del rapporto è la Union of Concerned Scientist, un gruppo di esperti del MIT (Massachusetts Institute of Technology). Qualche settimana dopo, a inizio maggio, l’UE ha imposto il suo diritto a consumare carne bovina senza ormoni (gli Stati Uniti come contropartita continueranno a sovratassare una serie di prodotti alimentari europei). Ma il diritto di produrre e consumare alimenti senza ormoni non implica quello di produrre e consumare senza OGM?
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OGM e Monsanto: la catastrofe della soia transgenica in argentina
Avevano presentato gli organismi geneticamente modificati come la soluzione a tutti i problemi dell’umanità. Tra l’altro dicevano, c’è tutta una letteratura, che gli OGM non hanno bisogno di fertilizzanti chimici o di erbicidi. Non era così. Nell’Argentina dell’agroindustria della soia, secondo la ONG “Gruppo di Riflessione Rurale” (GRR) proprio l’agroindustria sta avvelenando una delle pianure più fertili del mondo dove per non morire di cancro si scappa via. Il principale colpevole è il glifosfato, un erbicida inventato dalla Monsanto ma oggi, essendo scaduto il brevetto, prodotto da più ditte. Si starebbero così moltiplicando i casi di tumori infantili, le malformazioni congenite, i problemi renali, le dermatiti, i problemi respiratori. Secondo uno studio dell’Ospedale italiano “Giuseppe Garibaldi” di Rosario, nelle zone fumigate ci sarebbe un aumento di tre volte dei tumori gastrici e ai testicoli, di due volte per quelli al pancreas e ai polmoni e addirittura di dieci volte al fegato.
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